Il nuovo idolo del pop latino, Luis Fonsi, è tutt’altro che un debuttante. Da un mese saldo ai primi posti di tutte le classifiche mondiali con il tormentone Despacito, il cantautore portoricano ha iniziato a lavorare negli anni ’90 e ha collezionato duetti importanti con Laura Pausini e Christina Aguilera. Lo abbiamo intervistato per conoscerlo meglio.
Luis come ti senti a essere un idolo globale dopo 20 anni di carriera?
«Per me è come tornare a scuola, e mi rendo anche conto che la musica più semplice è più incontra il successo nella massa. Despacito è una canzone semplice e divertente, ma è molto sensuale. Ed è stato un prodotto istintivo che mi assomiglia, perché non volevo fosse volgare».
Nel pezzo duetti con Daddy Yankee. Quali sono le collaborazioni passate che ti sono rimaste più impresse?
«Ho conosciuto Laura Pausini e ne sono diventato amico dopo un duetto qualche anno fa. Credo che sia la più grande e talentuosa cantante femminile in circolazione adesso. Siamo anche molto simili, perché abbiamo un attaccamento viscerale alle nostre famiglie. Quando le ho proposto di cantare assieme su Todo Vuelve A Empezar mi ha detto subito di sì a patto che venissi a registrare in Italia a casa sua».
Sei stato già in Italia per altri progetti, vero?
«Sì ho suonato al concerto del Giubileo nel 2000 con il Papa. E conosco bene i vostri artisti, per me sono degli ambasciatori della vostra cultura nel mondo. Penso a Laura, Eros, Nek, Umberto Tozzi. Ovviamente ogni volta che torno scopro dei talenti che non conoscevo prima. Per me la musica non ha competizione, deve essere condivisa».
Hai collaborato anche con produttori di varia estrazione. Che idea ti sei fatto della musica mondiale?
«Per me gli svedesi sono i numeri uno nella costruzione della perfetta canzone pop. Hanno un’influenza pazzesca su tutta la musica mondiale, così come gli italiani ce l’hanno sulle ballad. Quando senti un lento, sai subito se è stato scritto da un italiano».
Sei popolarissimo sui social network, come li usi?
«A volte metto le cose su Instagram così le posto direttamente anche su Twitter e Facebook per comodità. Ovviamente 10 anni fa non c’era tutto questo rapporto diretto con il pubblico. E ne sono entusiasta perché misura il successo in maniera fedele, mi arrivano messaggi di tutte le lingue. È bellissimo vedere che una canzone ti offre la possibilità di dialogare e conoscere persone e culture lontane, come la Russia o l’Asia. Non vedo l’ora di fare un tour in tutte queste nuove città».