Ludovico Girardello, quattordici anni, frequenta la terza media e l’accademia teatrale nel suo paese, Vittorio Veneto ed è soprattutto il nuovo giovane supereroe italiano nel film del premio Oscar Gabriele Salvatores, Il Ragazzo Invisibile. Una grande sfida costata 8 milioni di euro, un fantasy per tutte le età di cui è stato fatto anche un fumetto in tre albi, un libro e un cd della colonna sonora. Il supereroe invisibile è Michele, interpretato da Ludovico, che vive a Trieste con la madre poliziotto, Valeria Golino, vessato dai compagni di scuola, innamorato di Stella, Noa Zatta, sua compagna di classe e durante una festa in maschera a casa di Stella, viene nuovamente perseguitato dai suoi compagni si chiude in bagno per sfuggirli e li esprime il suo desiderio, di diventare invisibile, e da lì inizia la sua avventura.
Prima prova di attore, ma avevi fatto qualcosa anche precedentemente?
«Sì, io ho fatto teatro un anno prima delle riprese. Ora sto al terzo anno e sto studiando un po’ di più, e ho imparato più cose, ovviamente. Quindi, mi sento un po’ diverso da come mi rivedo sullo schermo. Mi sono divertito tantissimo fare questo film da cui ho imparato molte più cose, in generale, nello spettacolo. È stato bello.»
Stai frequentando una scuola di recitazione, allora?
«Sì, come dicevo, sono tre anni che frequento l’Accademia teatrale Lorenzo Da Ponte a Vittorio Veneto in provincia di Treviso, dove abito. E lì che ho cominciato ed è stato il mio maestro a spingermi a fare il provino, mi disse, prova ad andarlo a fare.»
Sei stato scelto fra quanti ragazzi? È stato un provino particolare, ti eri preparato qualcosa?
«Sono stato scelto tra 1500 ragazzi. Ci siamo preparati su delle scene del film, piccole battute da fare, e anche per vedere come stai sullo schermo ti filmavano per guardare come riuscivi a rendere il tuo personaggio.»
Hai iniziato con uno dei più grandi registi italiani, Gabriele Salvatores, come ti sei trovato con lui, eri molto emozionato?
«In realtà, non avevo nemmeno voglia, all’inizio, di fare il provino, poi pian piano ho scoperto di cosa trattava il film e, mi sono messo più di impegno. All’inizio sbuffavo non avevo proprio voglia.»
Per paura?
«No, non ci pensavo nemmeno, come se non m’interessasse la cosa, poi pensavo, figurati se mi prendono, è inutile farlo, impossibile che mi scelgano tra millecinquecento ragazzi presenti ai provini.»
Come ti sei trovato sotto la direzione di Salvatores, hai avuto difficoltà o è stato molto paterno?
«Sì, ha dato molto a tutti gli attori, e, quindi, anche a me, degli spunti, delle cose, magari ascoltava anche delle idee, quindi sul set è stato veramente un grande.»
C’è qualche scena del film che ti è più piaciuta?
«La scena più divertente, secondo me, è quella dello spogliatoio delle ragazze, in questa scena ci siamo divertiti un po’ tutti.»
Sullo schermo ti vediamo nudo, ma non è così?
«No, praticamente ero sempre in mutande, e poi tramite computer mi hanno reso nudo.»
Stai già avendo delle proposte o ti stai propinando a qualcun altro?
«No, per il momento continuo con il teatro, con l’accademia e poi si vedrà cosa succederà.»