Luciano Giugliano, conosciuto come Mickey, secondogenito di Don Gerlando, ruolo che interpreta nella serie tv Gomorra, si appassiona al mondo del cinema e della recitazione fin da piccolo. Tra la serie in cui ha lavorato ricordiamo Squadra Antimafia 8, Il Restauratore 2, Distretto di Polizia, Un Posto al Sole, La Squadra. Alla nona edizione del Social World Film Festival, lo abbiamo intervistato e abbiamo parlato con lui del suo ruolo in Gomorra, della sua passione per la recitazione e dei suoi prossimi progetti.
Com’è cambiata la tua vita dopo l’esperienza in Gomorra?
«Sicuramente la mia vita è cambiata in meglio perché Gomorra è stata un trampolino. Il problema per gli attori emergenti è l’immagine che le persone hanno di loro finché non diventano famosi. Per un attore l’affetto delle persone è qualcosa di incredibile, di gratificante quando per strada ti fanno i complimenti e ti riconoscono. Anche se il mio obiettivo, all’inizio, non era quello di diventare famoso, essendo concentrato più sull’aspetto lavorativo. È un sogno, attraverso la televisione entri nella casa delle persone e vieni considerato uno di famiglia».
Cosa ti scrivono solitamente i fan sulle pagine social?
«All’inizio quando Mickey ha ucciso Nicola alcuni nei commenti mi scrivevano di essere un infame. Poi finita la serie sono rimasti solo i commenti di stima, di affetto, di ringraziamento da parte di persone sole. E,così, comprendi l’importanza del tuo lavoro e il sostegno che dai alle singole persone, riuscendo a regalare delle emozioni».
Cosa ti ha fatto comprendere il tuo personaggio?
«Tutto quello che ho compreso, in realtà già lo sapevo, perché sono cresciuto in Campania e pur non avendo fatto parte di quel mondo, l’ho sempre visto, l’ho sempre riconosciuto. Michelangelo mi ha fatto capire quanto possa essere semplice farsi un’idea sbagliata riguardo a determinate cose, guardando Gomorra sembra che il mio personaggio sia uno dei meno efferati, infatti, non è uno che vuole uccidere e che ha sete di potere, però in realtà, Michelangelo si occupa dei rifiuti sotterrati che è la parte peggiore della camorra. Perché mentre chi fa gli agguati o una rapina agisce sul campo e lo fa contro coloro che fanno il loro stesso lavoro, chi mette rifiuti sotto terra è davvero spregevole. Ci sono persone che lavorano in modo onesto, risparmiano una vita per comprarsi una casa, e la acquistano su una discarica di rifiuti tossici, si ammalano, per poi morire perché qualcuno ha deciso di guadagnare in modo infame. Quello che ritengo vile è il fatto di nascondere dei rifiuti tossici nella propria terra. Penso che Mickey sia il peggior personaggio della serie».
Ti vedremo nella quinta stagione?
«Lo sparo si è sentito, ma non abbiamo visto il corpo…staremo a vedere».
Quanto è stato determinante l’influenza dei social per il successo Gomorra in Italia e a livello internazionale?
«Non credo che il successo di una serie possa dipendere soltanto da internet, sicuramente avrà influito. Secondo me dipende anche dal modo in cui viene fatto quel prodotto. La piovra, ad esempio, o anche il film C’era una volta in America divennero cult, entrambi senza l’ausilio dei social. Oggi, i social hanno un forte peso e hanno rivoluzionato il mondo del cinema. Ma i punti di forza di Gomorra penso siano altri. Da spettatore quando ho visto la prima serie di Gomorra ero soddisfatto di non vedere le solite facce in un prodotto fatto benissimo, perché capitava sempre di vedere serie televisive fatte male con persone sconosciute o altre fatte bene con i soliti attori noti. Gomorra è un prodotto di altissimo livello con attori non famosi, realizzato investendo sulla fotografia e sulla sceneggiatura».
A quali progetti stai lavorando?
«A teatro sto facendo “Dignità autonome di prostituzione”, il tour toccherà anche il Bellini di Napoli. Poi sto preparando un Cyrano de Bergerac in napoletano con la produzione di Musicantea, io farò Cyrano».
Cosa puoi dirci della tua passione per la musica?
«Continuo a scrivere musica e testi delle mie canzoni, ho partecipato al Tour Music Fest tre anni fa, il concorso indetto da Mogol, sono arrivato tra i trenta semifinalisti. Adesso sto pensando insieme ad un amico di ricominciare a produrre un musicista e a breve uscirà il singolo».
Nel tempo libero cosa ti piace fare?
«Mi piace curare le piante, faccio bonsai. Prendo piante dai vivai e le faccio diventare dei bonsai. Suono la chitarra, il pianoforte. E poi nuoto, adoro la motocicletta e la playstation».