«La voglia di vivere, sempre, in ogni circostanza e prendersi cura degli altri». Luca Trapanese
Dopo Nata per te e Vi stupiremo con gli effetti speciali, Luca Trapanese torna nelle librerie con il suo primo romanzo dal titolo CheLe nostre imperfezioni, Ed. Salani, Collana Le Stanze, pag. 240.
Non serve una ragione precisa per intraprendere il Cammino di Santiago: la voglia di scoprire la tomba di San Giacomo, il perdersi nei tramonti e nelle bellezze della natura, lo stare un po’ da soli con se stessi, aprirsi agli altri per ascoltare le loro storie di vita e di fede.
Livio intraprende questo viaggio per prendere i voti o per rimandare una decisione che sembrava ormai scontata? L’incontro con Pietro, un architetto disabile che si offre di accompagnarlo in questo difficile cammino, cambierà le vite di entrambi.
Luca Trapanese da molti anni svolge attività di volontariato e da poco è stato nominato assessore alle politiche sociali del Comune di Napoli. Ha fondato l’associazione A ruota libera e la casa famiglia per bambini disabili La casa di Matteo. Nel 2018 ha adottato una bambina con la sindrome di Down: Alba.
Noi di Mydreams abbiamo seguito un incontro via streaming organizzato dalle Librerie Ubik- Progetto Connessioni.
Nel libro c’è una bellissima frase:” Ci sono cammini che consolidano passioni” Cosa volevi dire?
«Nessuno sa a che punto si è arrivati del proprio cammino. Non solo è importante il camminare augurandosi di aver scelto la strada giusta ma anche con chi intraprendere il cammino. La parola viaggio è una di quelle parole più ricorrenti nel libro. La consapevolezza e la determinazione portano ad un cambiamento».
Che posto ha la dimensione spirituale nella tua vita?
“Sono cattolico ma non vado in chiesa e non frequento i sacramenti. Ciò non vuol dire che non abbia e non senta la necessità di una dimensione spirituale interiore. Il cammino di Santiago è una forza interiore che mi dà coraggio anche quando ho paura. Penso che tutti gli esseri umani abbiano una predisposizione naturale innata verso la spiritualità sotto qualsiasi latitudine. In questo libro c’è tanto di me e sottolineo che dobbiamo imparare ad ascoltarci e ad ascoltare gli altri”.
A chi consiglieresti la lettura de Le nostre imperfezioni?
“ Non escluderei nessuno perché la perfezione in assoluto non esiste. Da giovane volevo fare l’archeologo ma non ho mai spolverato una pietra antica in vita mia ma nonostante ciò sono felice, appagato. Penso che la diversità sia una ricchezza perché non esiste la perfezione. Quindi consiglierei il mio libro ai giovani che spesso si sentono inadeguati, ai genitori, agli insegnanti perché esistono dei valori legati alla vita e alla morte di cui si parla poco”.
Si legge nel libro un’altra frase: “La felicità si nasconde tra i nonostante della vita”.
“Sì, lo penso. Vorremmo a volte che tutto filasse liscio ma gli ostacoli sono importanti”.
Rita Levi Montalcini ha scritto un libro bellissimo Elogio dell’imperfezione. Quali sono le imperfezioni che ci stimolano a cambiare la nostra vita? Le imperfezioni sono una risorsa?
“Nessuno può arrogarsi il diritto di dire cosa sia la normalità. È necessario scardinare le regole degli standard. Sono i difetti che ci rendono unici, più forti anche nelle avversità. I difetti sono un’arma potente”.
Livio è un personaggio complesso. Cosa rappresenta per te il senso di colpa?”
«Il senso di colpa non è un fattore negativo di per sé anzi ci aiuta ad entrare nella realtà dei fatti. È umano avere dei sensi di colpa ed essi sono propri delle persone che vivono intensamente e pienamente. Mi confronto spesso con gli altri ed è importante non essere soli ed imapare a condividere tutto».
Quanto di te c’è nel personaggio di Livio?
«Sicuramente molto ma io sono più concreto”.
Cosa c’è in più rispetto agli altri libri che hai scritto?
“Ho il marchio industriale del papà di Alba! La mia vita però è stata sempre piena, anche prima di essere il papà di Alba. Luca è tante cose, è un uomo che ha fatto tante scelte, tante esperienze e che ha sulle spalle anche tanti fallimenti. Ho sentito l’esigenza di scrivere questa volta un romanzo, come una sfida e a me le sfide piacciono. Questo libro è un banco di prova anche per e con me stesso. Anche la nomina ad assessore è per me una sfida .Le persone ora si aspettano un cambiamento ed io sono moderatamente ottimista. Napoli è una città bellissima e ricca di potenzialità. Mi sento un operaio e voglio sporcarmi le mani e metterci la faccia. Voglio stare accanto alle persone e ascoltare i loro bisogni».
A che punto è il nostro Paese nel rispetto delle imperfezioni?
«Purtroppo indietro. C’è uno scollamento tra le esigenze sociali e quelle politiche. Basti veder la mancata approvazione del Ddl Zan».
Come possiamo convincere le persone che non la pensano come noi riguardo all’imperfezione, alla disabilità? (Casa di Matteo)
«Non abbiamo bisogno della commiserazione. Di fronte a certe cose abbiamo paura ma chi ci dice che l’imperfezione ci penalizza? Alba è meno felice degli altri bambini? Non credo. Soprattutto le famiglie e la scuola devono impegnarsi, in particolare, a riconoscere che la disabilità è una risorsa e non un handicap. Non dobbiamo mai giudicare un genitore che abbandona il proprio figlio in un istituto. Anche la sua vita è stata distrutta per sempre».
Luca Trapanese incontrerà i lettori lunedì 15 novembre alle ore 18.00 al FOQUS Fondazione Quartieri Spagnoli Via Portacarrese a Montecalvario 69