Dallo scorso 18 maggio 2015 è disponibile il primo album da solista del cantautore, giornalista e chitarrista Luca Masperone. L’artista ligure ha iniziato a far conoscere il suo lavoro “Giochi di maschera” attraverso il primo singolo in rotazione radiofonica: “Chi ci crede”. A un paio di mesi dall’inizio di questa nuova avventura abbiamo intervistato Luca per cercare di entrare più a fondo nel suo lavoro.
“Giochi di maschera” è il tuo primo lavoro da solista, lavoro in cui però hai voluto collaborare con i tuoi vecchi compagni di viaggio…
«Si, esatto. Se posso citarli voglio ringraziare soprattutto Bob Callero che è un caposcuola del basso italiano e arrangiatore di tutti i brani e Marco Cànepa che è un tuttofare, un musicista arrangiatore e tecnico del suono. Ancora, voglio ringraziare tutti i musicisti dell’area genovese.»
Ti sei circondato di persone di un certo livello per ultimare quest’opera prima, è stata una scelta mirata?
«Sicuramente volevo concretizzare un lavoro di un certo tipo, ma poi la fortuna ha voluto che tutte le persone con cui avevo già degli ottimi rapporti e che avevano una buona considerazione di me mi hanno aiutato a realizzare le mie idee musicali…»
Il tuo album ricopre un lungo arco temporale a causa dei generi dei singoli brani, dove lo classificheresti?
«Se proprio dovessi classificarlo direi che è cantautorato rock, semplicemente. L’idea di base del disco era fondere la canzone d’autore italiana, la storia e il significato con la sfera britannica del rock degli anni 70.
E questo si nota dall’uso delle chitarre, dei cori e degli arrangiamenti.»
Non hai quindi fatto una scelta commerciale, ma hai tirato fuori un cd a tua immagine e somiglianza.
«Si, sicuramente il mio disco è per un pubblico appassionato di musica, per persone che hanno tempo e voglia di ascoltare un brano, una storia e averne un ritorno. Obiettivamente non è per il pubblico che ascolta musica mentre prepara la valigia, ma questo sono io.»
C’è però da dire che hai scelto un ottimo singolo: “Chi ci crede” che arriva sicuramente a una fascia di pubblico più ampia…
«Verissimo: questo brano è stato e continua ad essere apprezzato da persone che non mi aspettavo, anche molti ragazzini commentano e mi lasciano messaggi. Sarà che è più orecchiabile come arrangiamento, sarà che c’è un messaggio sulla sincerità ma noto che colpisce molto. E questo mi piace: la musica unisce le varie realtà.»
Adesso cosa ti aspetta?
«Sicuramente concerti ad ampio raggio per tutta Italia, continuerò a presentare l’album come sto facendo molto spesso: da solo con la loop station. Noto che questo tipo di approccio funziona e il live riesce meglio. Ancora ho in programma festival, poi a settembre si vedrà.»