L’allegoria è pronta per l’uso, forse non troppo efficace se devo dire il vero. Sembra che i toni, nella prospettiva di una critica severa a questa società, si alleggeriscano e non poco, sembra concedere troppo spazio all’ironia. Sembra… anzi, direi che è proprio voluto visto che parliamo di teatro canzone. E allora c’è da chiedersi: servirà far ridere per riflettere? Questione annosa… Luca Maciacchini in tutta risposte ci consegna un disco che resta in un territorio di confine non troppo confortevole. “La farmacia potrebbe anche non esserci” uscito per la RadiciMusic che torna a far parlare di se per questo video anomale, un monologo “gaberiano” a chiusa del disco dentro cui c’è la risposta a tutto. Mescola la canzone d’autore alla parodia, il rock di alcuni contorni all’indie di altri modi… fa politica Maciacchini e lo fa in senso alto della poesia. Insomma è carne ed è pesce… ma il messaggio è chiaro: sta a noi scegliere, sta a noi curarci da questa superficialità dilagante.
Ho letto in rete a proposito di questo nuovo singolo che in fondo “c’è salvezza” secondo Luca Maciacchini. È vero? Non siamo perduti come dice qualcuno?
Ognuno è responsabile delle proprie scelte e del proprio destino. E poi “salvarsi” da cosa? Io, per esempio, faccio il lavoro che sognavo di fare, ho una famiglia sana, amici che sono preziosi in ogni momento, non ho particolari problemi economici: tutto perché ho fatto le scelte giuste al momento giusto. Da che cosa mi dovrei “salvare”? Certo non tutti possono dire altrettanto. Quello che conta è non “crogiolarsi” nei propri malesseri dando la colpa, come diceva “qualcun altro” all’epoca o alla storia.
Allora neanche “il rock è morto”… eppure ho come l’impressione che siamo tutti dipendenti delle scatolette che etichettano e mettono in ordine ogni cosa… la personalità e l’originalità non la vedo… che ne dici?
Se non la vedi , vuol dire che non stai guardando dalla parte giusta per quello che dici di cercare. Ed evidentemente non la vedi neanche in me se è vero che hai ascoltato quanto io propongo. Forse a te occorre un altro tipo di “direzione”. Ma probabilmente non le troviamo negli ambiti “generalisti”. Bisogna avere pazienza e costanza nel cercare, cercare, cercare…
Il teatro canzone invece? Vive? Come sta in salute?
È vivo e lotta insieme a noi. Anche perché, essendo un genere piuttosto di “nicchia”, non richiede particolari sostegni “che fanno tendenza”. in più si presta anche da un punto di vista logistico, ad essere facilmente adattabile a diverse situazioni, strada compresa. Io, con pochi mezzi, mi ci trovo benissimo e continuo a praticarlo.
E questo disco, che già dal titolo sfoggia molta voglia di fare teatro in senso critico e sociale del termine, pensi sia un manifesto politico? O un modo di digerire con ironia tutto il problema?
Questo lo dovete dire voi, non io! Un operatore in campo creativo ed interpretativo non può essere buon giudice di se stesso, può proporre quello in cui crede, la sentenza spetta a chi ascolta. Certo poi l’ironia è per me una cifra naturale che mi consente di esprimermi in una dimensione che sento abbastanza “mia”.
La pandemia secondo Luca Maciacchini: lasciando da parte la malattia, ovviamente… socialmente parlando, ha curato o ha fatto ammalare gli italiani?
Non lo so. Una cosa però mi pare evidente: fra i pochi effetti “positivi” della pandemia, c’è stato quello di aver “eliminato” un bel pò di cialtroni. Gente che faceva un mestiere (artistico o prosaico che fosse) che nel periodo “nero” ha smesso di lavorare e poi ha cambiato strada. Evidentemente non era poi così “portata” o non ci credeva fino in fondo. Chi è andato avanti come prima o addirittura meglio di prima, è chi veramente ne era degno, in senso lato.
E per le nuove generazioni? Sono guarite, sono incodificabili oppure siamo nell’inevitabile resa di ogni farmacia possibile?
La farmacia c’è ed è aperta, per chi accetta che a tratti di qualche “aiuto” c’è bisogno. Quanto alle “nuove generazioni”, chi vuole “dialogare” e confrontarsi, per me è sempre il benvenuto. Gli altri….vedano loro.