Inaugurata la stagione 2014/15 del Teatro Diana di Napoli con la compagnia di Luca De Filippo in Sogno Di Una Notte Di Mezza Sbornia di Eduardo De Filippo, per la regia di Armando Pugliese (repliche fino a Dom. 2 Novembre).
Nel trentennale della morte di Eduardo, il figlio Luca De Filippo ha scelto di omaggiarlo mettendo in scena una delle sue commedie meno frequentate. Sogno Di Una Notte Di Mezza Sbornia in effetti è più una farsa, risalente al 1936, periodo d’oro della Compagnia di Teatro Umoristico dei De Filippo, liberamente tratta da “La Fortuna Si Diverte” scritta nel ’33 da Athos Setti per la scena toscana. Di questa fortunata commedia furono tratte prima “La Fortuna Di Cecè” di Ettore Petrolini in romanesco (1934), poi “La Profezia Di Dante” di Angelo Musco in siciliano. Ma la versione più apprezzata da pubblico e critica fu proprio quella di Eduardo De Filippo. Vi si narra la storia di Pasquale Grifone, povero facchino, che una notte riceve in sogno una quaterna secca nientemeno che da Dante Alighieri. I poveri Grifone diventano, così, straricchi. Ma la seconda parte della profezia vuole che quei numeri indichino la data dell’imminente morte dello stesso Pasquale. E a quanto pare, famiglia e amici non sono minimamente intenzionati a rinunciare alla vincita… In questa commedia sono presenti tutte le problematiche del teatro maggiore dell’ Eduardo che seguirà: disfacimento dei rapporti familiari (Mia Famiglia, Le Voci Di Dentro), avidità e sete di potere (Napoli Milionaria), solitudine del protagonista (caratteristica di quasi tutti i protagonisti eduardiani). E l’immancabile gioco del lotto, che di lì a poco avrebbe occupato un posto centrale in “Non ti pago“, commedia più riuscita e senz’altro più nota di questa, che lo stesso Eduardo definì “la mia commedia più divertente, ma anche la più tragica”.
Vero mattatore in scena è sicuramente Luca De Filippo, un po’ appesantito, ma simpatico e istrionico come mai. Accanto a lui una compagnia di bravi interpreti e caratteristi, tra cui ricordiamo Carolina Rosi, Nicola Di Pinto e Massimo De Matteo. Il ritmo è sostenuto (un po’ meno sotto finale) e le battute scorrono a raffica. La regia di Armando Pugliese si attiene alla tradizionale messa in scena dei lavori di Eduardo, pur non rinunciando a qualche guizzo di originalità. Come le scenografie di Bruno Buonincontri che, isolando il saolotto dei Grifone dal resto della scena, sembrano sottolineare la solitudine interiore del protagonista, che spesso agisce in contrapposizione anche spaziale rispetto al resto dei personaggi. I costumi di Silvia Polidori restano in sintonia con l’animo dei personaggi e con l’epoca dell’azione. Le luci di Stefano Stacchini sottolineano l’alternanza tra situazioni reali e oniriche. Infine, vera chicca dello spettacolo, le musiche del M° Nicola Piovani, belle come sempre, che restituiscono appieno le atmosfere di inizi Novecento.
Si può vedere.