Mercoledì 15 maggio alle18.15, l’Orchestra Ravvicinata del Terzo Tipo salirà sul palco della Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, per regalare al pubblic oun grande concerto dal titolo “Almeno noi, nell’Universo – Pratiche Musicali accessibili in viaggio tra musica, amore e libertà”.
L’Orchestra Ravvicinata del Terzo Tipo è un percorso della Scuola Popolare di Musica Donna Olimpia svolto in collaborazione con la Cooperativa Sociale Agorà e la ASL RM3 e supportata da luglio 2023 a giugno 2024 attraverso il progetto La Musica per l’Inclusione, sostenuto da Intesa Sanpaolo attraverso il Programma Formula in collaborazione con CESVI. L’Orchestra è composta da persone con disabilità, operatori socio-assistenziali, educatori, musicisti professionisti e accoglie quest’anno anche un gruppo di studenti liceali, inseriti in PCTO – l’ex programma di alternanza scuola-lavoro – per un totale di circa 100 elementi sul palco.
L’Orchestra Ravvicinata del Terzo Tipo farà gli onori di casa a tre ospiti d’eccezione: Niccolò Fabi, Claudio Simonetti e Nando Citarella.
Il percorso dell’Orchestra, giunto al decimo anno, è stato ideato e promosso dalla Scuola Popolare di Musica Donna Olimpia in collaborazione con la Cooperativa Agorà. Le prove si svolgono settimanalmente al Teatro di Villa Pamphilj da tempo residenza artistica del progetto, condotte da Emanuele Bruno, Federica Galletti, Emanuela De Bellis, Luca Libonati e Paolo Pecorelli.
Il progetto La Musica per l’Inclusione è stato finanziato attraverso una raccolta fondi attiva da aprile a giugno 2023 su For Funding, la piattaforma di crowdfunding di Intesa Sanpaolo dedicata a sostenibilità ambientale, inclusione sociale e accesso al mercato del lavoro per le persone in difficoltà. In tre mesi, sono stati raccolti oltre 150.000 euro grazie alle contribuzioni di privati cittadini, imprese, della Banca e delle società del Gruppo Intesa Sanpaolo.
«La musica – dichiara Paolo Pecorelli, direttore dell’ensemble – ci regala l’occasione di connetterci a un livello molto profondo e, contemporaneamente, di sovvertire il linguaggio e le categorie, rendendo la bellezza e la cura artistica accessibile a tutti e tutte, per innalzare la dignità e la qualità di vita di ogni essere umano. Noi non stiamo costruendo un’orchestra in cui persone con disabilità e operatori socioassistenziali vengono messi nella condizione di suonare “come gli altri”; vogliamo invece mescolarci, mischiare le differenze, contaminarci e trasformarci, fino a divenire un unico flusso creativo, cangiante, imprevedibile e meticcio, in cui i confini tra il “noi” e il “loro”, tra staff e orchestrali, tra musicisti e pubblico, si assottigliano fino a perdersi, rendendoci tutti e tutte uno stesso tessuto: in altre parole, una comunità».