Fino al 29 maggio lo spazio LeoGalleries di Monza propone la mostra dal titolo “Futurismo e Parole”.
La mostra si compone di una quindicina di opere selezionate da Daniela Porta e Grazia Casiraghi con la consulenza di Maurizio Scudiero.
«In tutte le opere proposte la parola si fa immagine, non più solo da leggere ma da vedere – spiega Maurizio Scudiero – È la novità dei futuristi. Tecnicamente si tratta di opere, specie quelle di Depero, che anticipano il Lettrismo, poi codificato da Isidore Isou nei primi anni ’40, la cui idea fondante era quella di rinunciare alle parole in quanto tali e sostituirle con onomatopee».
A giocare la parte del leone in questa esposizione è sicuramente Fortunato Depero, che fu anche precursore del ruolo che il messaggio pubblicitario attraverso i cartelloni e i manifesti avrebbe assunto nella comunicazione sociale di massa. «La strada – disse in proposito – diventerà la sola galleria per i futuristi».
Tra le altre opere che citiamo, quelle del maestro di Rovereto: una delle opere dedicata al Caffè Irrera di Messina e due rarissime tavole parolibere a china realizzate a New York nel 1930 che descrivono le montagne russe e il “tunnel dell’amore” nel luna park di Coney Island. ‘Natura morta con Lacerba e Picasso’ di Roberto Marcello Baldessari è un dipinto del 1917 su collage di parti della rivista portavoce dei futuristi con un richiamo al cubismo del grande maestro spagnolo. Le due opere di Giulio D’Anna, ‘Il merlo’, con una bocca a forma di cannone che spara parole e il capolavoro del 1934 ‘Comunicazione, pubblicità e progresso’, collage di scritte pubblicitarie e tecnologie di aziende italiane. Le tavole parolibere del 1913 firmate da Marinetti, tratte dal libro ‘Le mots et liberté futuristes’ e la china su carta ‘Futur Alvino’ di Mino Delle Site del 1932.