Ieri sera nella Villa Floridiana e precisamente nel Teatro della Verzura, Lino Guanciale ha letto un testo di Fabio Pisano dal titolo “Tracce di pittura o della misteriosa scomparsa della tavola del Giorgione”, riguardante la misteriosa scomparsa del dipinto di Giorgione La Sacra Famiglia destinato alla Regina Maria Carolina, moglie del re Ferdinando IV di Borbone.
Lo spettacolo è inserito nella Sezione Progetti Speciali del Campania Teatro Festival e nel ristretto Il sogno reale. I Borbone di Napoli a cura di Marco Perillo , dedicato alle meraviglie dell’epoca borbonica a cui seguiranno altre quattro letture drammatizzate di storie inedite su un periodo storico senza precedenti, i cui fasti e i cui primati, a Napoli e nel Sud Italia, attraggono e spingono a riflessioni ancora oggi.
(Non dire gatto di Antonio Marfella con Giancarlo Ratti –Urania di Linda Dialisi con Galatea Ranzi – La cappella di famiglia di Marco Perillo con Gea Martire –Essere nessuna di Nadia Terranova con Maddalena Crippa)
Alcune lettere rintracciate tra le carte dell’Archivio di Stato di Napoli raccontano il rocambolesco viaggio di questo dipinto del Giorgione che non arrivò mai ad impreziosire il Palazzo Reale di Napoli e l’orgoglio dei Reali.
L’autore si domanda dove sia finito il dipinto di un pittore, quale il Giorgione che non firmava le sue opere, non era un suddito del Regno delle Due Sicilie essendo nato a Castelfranco Veneto e che era solito dipingere più quadri con lo stesso soggetto. Infatti una Sacra Famiglia a lui attribuita si trova nella National Gallery of Art a Washington (Sacra Famiglia Benson).Il più misterioso dei pittori dunque ed un suo quadro sono alla base del testo , comprese le due lettere oltremodo ossequiose indirizzate al Marchese Bernardo Tanucci consigliere e ministro fidato del re Ferdinando IV da parte dello scrivano Saverio Santis e dell’ispettore della Regia Dogana Bernardo Buono datate rispettivamente Teramo 25 gennaio 1775 e Napoli 10 febbraio 1775.
Lo spettacolo, impreziosito dalla voce attoriale di Lino Guanciale ,modulata a seconda dei personaggi che compaiono nella vicenda, travalica la cronaca cinquecentesca della tavola del Giorgione per condurre gli spettatori ad una riflessione sui misteri ancora insoluti del Bel Paese pur non elencandoli.
La rappresentazione ha il pregio di mettere in luce un episodio poco conosciuto della storia di Napoli che va ad infittire le trame del Regno delle Due Sicilie , di cogliere gli umori e i timori di alcuni funzionari preoccupati delle reazioni dei potenti e di sottolineare come sia cambiato poco o niente l’approccio burocratico e untuoso nella ri-soluzione dei misteri.
Le musiche che introducono il testo, non a caso, sono quelle composte da Ennio Morricone per il film Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri , uscito nelle sale cinematografiche nel 1970 con uno straordinario Gian Maria Volontè.
Al termine lunghi e calorosi applausi a Lino Guanciale e allo scrittore Fabio Pisano.