Dal 29 maggio al 2 giugno Gabriella Cerino dirige «Li nepute de lu sinneco» al teatro Arcas. L’attrice e regista napoletana, nelle sue note di regia scrive : « La scelta di rappresentare questa commedia nasce dal mio desiderio di sperimentare testi della nostra tradizione, che ormai molto poco vengono rappresentati dal teatro professionistico, cercando di portare in essi la modernità solo attraverso il ritmo e la recitazione di attori del nostro tempo ma senza nulla modificare dell’impianto originale fatto di lazzi e situazioni che non hanno alcuna collocazione temporale. Seguendo questa linea, per la scelta delle musiche mi sono avvalsa di testi scritti da Salvatore Di Giacomo e musicati dai maggiori autori della fine dell’800 (Costa, Tosti, Valente, De Leva), ma interpretati da un cantante “moderno” come Sergio Bruni. Ho utilizzato inoltre alcune tarantelle (da sempre il simbolo più acclamato della nostra tradizione): quella di De Lauzieres, e una tarantella Sorrentina vicina all’ambientazione che Scarpetta diede a questa commedia».
Eduardo Scarpetta nel suo libro di memorie Cinquant’anni di palcoscenico, si riprometteva di cambiare radicalmente la struttura della commedia napoletana. Gli attori dovevano attenersi fedelmente al copione ed evitare quelle lunghe e, alla fine, noiose recitazioni a soggetto che avevano sino ad allora caratterizzato la farsa napoletana. Era convinto inoltre che non la plebe, triste e immiserita protagonista, può essere fonte di comicità nella commedia, ma la borghesia con le sue ridicole contraddizioni e con il suo linguaggio semicolto che oscilla tra lingua forbita e dialetto. Quindi, come già avveniva nel teatro in lingua, Scarpetta diresse la sua attenzione alle pochades e ai vaudevilles di cui conservava l’impianto di base, modificandone però la trama, l’ambiente e i personaggi, quest’ultimi attinti alla realtà sociale napoletana del suo tempo , alla tradizione del teatro dialettale e persino a certi personaggi dell’antica commedia dell’Arte, con il risultato che le versioni napoletane degli originali francesi riuscivano per il pubblico superiori per interesse e comicità. La scena veniva allestita in maniera lussuosa e gli attori indossavano costumi sgargianti e sfarzosi e adottavano una recitazione più agile e spontanea. Uno di questi geniali rifacimenti è ‘Li nepute de lu sinneco’ versione italiana di ‘Le droit d’un ainé’ su cui Scarpetta lavorò a lungo ; nel 1885 la commedia fu rappresentata per la prima volta al teatro Fiorentini di Napoli, ed ebbe un grandissimo successo. “Li nepute de lu sinneco” è la storia travolgente dei due nipoti, maschio e femmina, di Don Ciccio Sciosciammocca, sindaco di Pozzano, impegnati in astuti giochi di travestimenti , fughe e imbrogli. Nel corso della commedia la trama si complica sempre di più, fino ad arrivare dopo vari divertenti intrighi, al lieto fine che caratterizza sempre la produzione di Scarpetta.
In scena ci saranno, oltre alla Cerino, Peppe Celentano, Michele Danubio, Gioia Miale e poi in ordine di apparizione: Marcello Raimondi, Bruno Flora, Lorena Bartoli, Diego Sommaripa, Antonio Stoccuto, Vittorio Passaro, Nico D’Agostino, Maria Sannino
Alessia Capasso, Carlotta Carpentieri.
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