Leone D’Oro alla Carriera a Frederick Wiseman. Il regista 84enne di Cambridge riceve nell’ambito della 71esima Mostra del Cinema di Venezia il premio alla carriera.
Da Titicut Follies del 1967 a National Gallery (2014), il “documentarista” Frederick Wiseman, ha saputo dare al documentario un’espressione diversa, liberandolo dalla consolidata espressione di reportage o inchiesta. «Non c’è motivo per cui un documentario non possa essere allegro, triste, tragico come un film o un romanzo – dichiara Frederick Wiseman – ho sempre cercato di fare film con una struttura drammatica, il modello per me è la fiction letteraria. Ho cominciato a leggere quando avevo 5 anni, e leggo ancora tantissimo. Cerco di trasferire una parte di quel che leggo nei miei film. Cerco di fare film in cui fornisco informazioni, non credo che la mia visione delle cose possa cambiare il mondo, ma voglio fare film che riflettono l’ambiguità del mondo».
Frederick Wiseman ha da poco finito di girare un nuovo film in cui c’è “il nuovo volto dell’America”.«Il film è’ ambientato in un quartiere (Jackson Heights, ndr) del distretto di Queens, a New York. Un luogo dove in cui 40 edifici vengono parlate 160 lingue – dice il regista, classe 1930 – È la nuova generazione di migranti, il nuovo volto dell’America anche se, Obama a parte, ancora non è stato riconosciuto».