Leo Meconi, classe 2004, si avvicina al mondo della musica fin da bambino, manifestando un grande interesse per quella folk/rock americana. A fine novembre pubblica “Mr. Tambourine man”, con cui il giovane cantautore bolognese, rende omaggio a Bob Dylan, padre della musica folk americana. Nello stesso giorno, il 29 novembre scorso, Meconi pubblica anche l’album “I’ll Fly away”. Si tratta di un disco pop, con influenze e sonorità folk e rock, che sono da sempre i generi di riferimento dell’artista. Le canzoni contenute in questo lavoro discografico sono nate per voce, chitarra acustica e in alcuni casi per armonica o loop station con arrangiamenti pensati per i live.
Questa la tracklist di “I’ll Fly away”: I’ll Fly Away, The Sea, Satan’s Street, The Homeless Man, Soul Chains, Tears Are Falling Down, Guitar Man, Your Eyes, I’m Calling You, Behind This Mask, Mr. Tambourine Man, Satan’s Street (Acoustic).
“Mr. Tambourine man” è il tuo nuovo singolo, estratto dal primo disco di inediti “I’ll Fly Away”. Con questo brano rendi omaggio a Bob Dylan. Cosa ti ha trasmesso questo artista e quanto hai influito nelle tua carriera artistica e nelle tue scelte musicali?
«Dico sempre che Dylan e Springsteen sono i miei punti di riferimento, le mie basi. Sono cresciuto in casa con la loro musica, come con quella di Elvis, Johnny Cash, i Creedence, era ciò che i miei ascoltavano ed io ero rapito da quel sound. Naturalmente quella musica ha influenzato le mie scelte musicali, suono la chitarra e l’armonica e quindi le mie canzoni nascono tutte per chitarra ed armonica. Poi in studio abbiamo cercato di dare un sound più fresco ai miei brani, sotto l’influenza di giovani artisti che oggi ascolto, come Ed Sheeran, Shawn Mendes, John Mayer, Dean Lewis».
“Mr. Tambourine man” è da sempre una delle tue canzoni preferite. Come mai sei così legato a questo brano e cosa ti trasmette?
Mr. Tambourine per me è “la canzone”, come lo è Thunder Road di Springsteen, sono quelle canzoni eterne che tutti vorremmo aver scritto. Ricordo che un giorno mio padre stava guardando un dvd in bianco e nero, il Newport Folk Festival del 1964. Ad un certo punto sale sul palco questo ragazzo, chitarra e armonica ed attacca Mr. Tambourine Man. Rimasi stregato, avevo 9 anni credo, suonavo già la chitarra e decisi che dovevo imparare quella canzone. Oggi è su Youtube il mio video ed il brano passa in tutte le radio. Incredibile!
L’album “I’ll Fly Away” è un viaggio attraverso storie che hai scritto a partire dal 2016. Un disco pop, con influenze e sonorità folk e rock. Cosa rappresenta questo nuovo lavoro?
«Come dicevo, le mie basi sono il folk ed il rock. Di recente ho iniziato ad ascoltare giovani artisti, quasi tutti chitarristi come me. Mi piaceva l’idea di creare un sound fedele al mondo con cui sono nato, ma portarlo verso il pop ed arricchirlo di suoni moderni. In questo mi ha aiutato molto il mio producer Renato Droghetti della San Luca Sound. Con lui abbiamo cercato di creare un sound del tutto nuovo, che qualcuno ha già definito “acoustic pop”».
La versione ri-arrangiata di Mr. Tambourine Man di Bob Dylan è stata realizzata in collaborazione con Dodi Battaglia. Come nasce la vostra collaborazione?
«Quando Azzurra Music mi ha chiesto di realizzare in studio delle cover acustiche per il primo progetto pubblicato in digitale e chiamato “It’s just me and my guitar”, Mr. Tambourine Man era di diritto nella lista. Poi un giorno Dodi l’ha ascoltata e ne è rimasto rapito, tanto da propormi di lavorarci insieme e di inserirla nel mio primo disco di inediti, come omaggio a Dylan che tanto ha influito nel mio percorso di musicista».
I’ll Fly Away racconta la storia di un ragazzo nato in un piccolo paese di provincia, dove non succede mai nulla e che sogna di fuggire da quel posto per realizzare i propri sogni. È una storia molto attuale, ti rivedi in questa storia e quanto?
«Si, mi rivedo molto nella storia della canzone. Ogni canzone che scrivo nasce da un’esperienza personale o da esperienze di persone a me vicine. Qui il protagonista è un ragazzo come me, che ha dei sogni ma capisce che è frenato dalle abitudini del piccolo paese in cui vive. C’è rassegnazione da parte dei suoi amici, ma anche i suoi genitori non sostengono i suoi sogni, lui però è convinto di potercela fare. Diciamo che I’ll Fly Away potrebbe essere un inno a credere sempre in sé stessi e a non arrendersi. Ed è quello che io voglio fare».
In The Sea o in The Homeless Man” racconti di esperienze personali vissute. Ce ne parli?
«Sono due canzoni a cui sono legatissimo. The Sea è il racconto di una giornata d’inverno al mare con mio padre. Era freddo, il mare era in burrasca, io avevo portato con me una chitarra. Parlavamo con mio padre della vita in generale, c’era una luce incredibile. Ho fatto un piccolo video quel giorno ed il rumore del mare lo abbiamo messo nella canzone, all’inizio ed alla fine. The Homeless Man l’ho scritta un pomeriggio di getto. Ogni mattina andando a scuola vedevo un senzatetto dormire a terra, avvolto da un sacco a pelo rosso. Tra me e me lo salutavo tutti i giorni, ma nessuno parlava mai con lui. Poi un giorno non l’ho più visto e mi sono chiesto dove fosse finito. Qualche giorno dopo a Bologna è morto un senzatetto, non so chi fosse ma quel pomeriggio ho scritto la canzone, credo in due ore e l’ho registrata al computer con la 12 corde suonata con lo slide e l’armonica. In studio abbiamo anche qui inserito l’audio di un video da me registrato, dove si sente il rumore della folla ed una sirena di ambulanza in lontananza. È una canzone che parla di solitudine e di abbandono, di cose che non dovrebbero accadere».
Un giorno quando eri in treno hai letto Satan’s Street sul muro di una vecchia stazione e da quella frase hai preso ispirazione per scrivere il brano. Cosa ti ha colpito e in che modo poi è nato il resto del brano?
«Anche per Satan’s Street la canzone è venuta di getto, era il 2017. Ero in treno ed ho letto questa scritta su un muro. Qualcuno ha pensato che la canzone parlasse di Satana, ma in realtà la canzone parla della paura di perdersi nel lato malvagio della vita, cosa che per noi adolescenti è ancora più facile. Poi nel 2018 Dodi Battaglia l’ha ascoltata in studio di registrazione e gli è piaciuta, tanto che abbiamo lavorato insieme sull’arrangiamento del ritornello ed ho aperto il suo concerto al Teatro delle Celebrazioni proprio con questo brano».
Il 5 luglio è una data fondamentale poiché nel 2016 Bruce Springsteen ti ha invitato a salire sul palco di San Siro per un duetto alla chitarra su Dancing in the Dark. Cosa ricordi di quella serata?
«Ero piccolo, avevo solo 12 anni ma ricordo bene tutto. Soprattutto ricordo il momento in cui ho alzato lo sguardo ed ho visto San Siro pieno di gente. Mi sono tremate le gambe, ma conoscevo bene gli accordi di Dancing in the dark e Bruce è stato fantastico con me. Se guardate uno dei video che girano su Youtube si vede Bruce sempre attento con lo sguardo sulla mia chitarra. Dopo quella sera mi ha definito “Guitar Man” e da lì è nata l’idea per la canzone che trovate nell’album».
Quali i prossimi progetti?
«Spero tanto in un mini tour per far conoscere le mie canzoni. Poi ho scritto e sto scrivendo altri brani, ho già una giornata fissata in studio per iniziare a lavorare su nuove cose. Ci sono tante idee ma per il momento mi godo l’uscita di I’ll Fly Away che sta avendo un successo incredibile di ascolti. Il video di Mr. Tambourine Man su Youtube sta andando benissimo. Mi godo tutto questo e rispondo ad un sacco di interviste…».
Ci saranno dei live? Quanto è importante esibirti dal vivo?
«Io adoro esibirmi dal vivo. Sin da piccolo, quando non sapevo ancora suonare la chitarra, costringevo amici e parenti sul divano o in giardino d’estate e facevo dei piccoli concerti. Come dicevo il mio sogno è quello di organizzare un piccolo tour per portare in giro l’album ma non è così semplice al giorno d’oggi. Comunque qualche data in giro c’è già, sulla mia pagina Facebook ci sono sempre gli aggiornamenti e gli eventi fissati».