Dopo la partecipazione alla 70esima edizione del Festival di Sanremo, da cui ne è uscito vincitore nella categoria Nuove Proposte con il brano “Vai bene così”, Leo Gassmann è impegnato in tour promozionale in alcune delle principali città italiane, per incontrare i sui fan e firmare le copie del suo album d’esordio “Strike”.
Il lavoro discografico contiene il brano presentato in gara a Sanremo e conferma sia le sue doti di cantautore pop – legato ad una sensibilità tutta italiana con venature e sonorità tipicamente anglo-americane – sia una grande maturità e intensità di interpretazione nonostante sia ancora giovanissimo. Lo abbiamo incontrato alla Feltrinelli di Napoli. Prossimi incontri: il 17 febbraio a Bari, il 21 febbraio a Bologna e il 24 febbraio a Milano. Il 28 febbraio sarà a Firenze e il 2 marzo sarà a Genova.
Vincitore del Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte. Come hai vissuto il periodo prima di approdare sul palco dell’Ariston, quello durante la kermesse e il dopo?
«Il prima è stato un periodo di stress totale, nel senso che mi concentravo ma non sapevo cosa mi aspettasse. Nel mentre mi sono emozionato moltissimo. È stata un’esperienza unica che mi porterò sempre nel cuore. È stato bello potersi confrontare con gli altri artisti che mi hanno accompagnato in questo percorso. Il dopo è stato completamente inaspettato, perché non mi sarei mai aspettato di vincere. Ho presentato una canzone per portare un messaggio, mai mi sarei aspettato tutto quello che sta accadendo in questi giorni, quindi sono onorato di tutto questo e sono felice che comunque quello che faccio possa dare gioia anche al prossimo».
Quale degli artisti in gara ti è piaciuto particolarmente nella categoria big e per chi facevi il tifo?
«Sono molto felice che abbia vinto Diodato, perché secondo me ha la tecnica e una bellissima voce, si sente il duro lavoro che ha fatto per cantare in quel modo. È molto preciso nel suo lavoro, proprio per questo lo apprezzo molto, poiché riesce a dare spessore sia al contenuto e sia alla qualità di quello che fa. Quindi credo che la sua vittoria sia stata molto meritata. Però mi hanno sorpreso anche altre canzoni in gara, come quella presentata da Elodie e scritta da Mahood. Sono un grande amico di Anastasio, quindi sono felice che anche lui abbia potuto presentare un suo brano a Sanremo, perché secondo me se lo merita e poi ancora Alberto Urso e tanti amici che hanno partecipato al Festival».
In questo periodo sei impegnato in un instore tour in giro per l’Italia per incontrare i tuoi fan. Qul è il tuo rapporto con loro?
«È un rapporto di amicizia. È bello incontrare delle persone che provano delle forti emozioni per quello che faccio. Credo che il sogno di ogni artista sia proprio quello di poter emozionare gli altri, portare gioia nei cuori delle persone, quindi sono felice di poter incontrare il pubblico che mi segue, di poterlo abbracciare e prendere tutte le belle energie che mi regalano».
Vai bene così è il brano che hai presentato al festival, che parla della necessità di accettarsi e di andare avanti, non mollare anche quando le cose vanno male. Come sono nate le altre canzoni di Strike?
«Le canzoni mi nascono da delle forti emozioni che provo, quando conosco qualcuno o quando vivo un’esperienza particolare. Difficile che mi metta al pianoforte o alla chitarra e scrivo delle cose senza un motivo particolare. Dipende molto dalle giornate. Scrivo moltissimo, quasi con una cadenza settimanale».
Come hai scelto la canzone da portare in gara?
«In realtà avevo arrangiato due brani che pensavo potessero essere giusti per Sanremo. Il primo era “Monna Lisa” e il secondo, quello che poi è stato scelto perché più radiofonico è “Vai bene così”. Entrambi contenuti nel disco. Ho avuto la possibilità di scegliere quello con cui esibirmi e sono felice che la scelta sia stata quella giusta, perché questo mi permetterà di portare la mia musica a più persone».
Quando ti vedremo in una dimensione live?
«Ho iniziato le prove in questi giorni con la band. Sicuramente ci saranno delle date tra aprile e maggio, nei club in giro per l’Italia. Ci piacerebbe iniziare con delle location più piccole per essere sicuri di riempirle e soprattutto di divertirci, per poi vedere come va e magari scegliere dei posti più grandi. Questo per me sarà un anno di crescita e di sperimentazione, di divertimento, per prepararmi a tornare al Festival di Sanremo l’anno prossimo, con un nuovo brano e un nuovo album».