I Bomba Titinka sono una band italiana capace di unire un pubblico internazionale con la formula magica della musica elettronica digitale insieme a quella swing. Il progetto nasce nel 2014, da un’idea di Dario Mattoni (Mr. Bricks) e Ludovica Signorelli (Wanda Lazzarovich). Per conoscere meglio questa nuova realtà musicale abbiamo intervistato Mr. Bricks.
Chi sono i Bomba Titinka?
«Una band nata nel 2014 da un’idea mia (Dario Mattoni) e di Ludovica Signorelli, in arte siamo Mr. Bricks e Wanda Lazzarovich. Entrambi abbiamo militato per anni nella scena underground in formazioni rock’roll e nel mondo della musica vintage, fino a quando abbiamo sentito l’esigenza di aprirci all’electroswing, dopo aver ascoltato alcuni dj in giro per l’Europa. Abbiamo deciso di mettere su una band, cercando di mantenere la nostra matrice e proporre qualcosa di originale. Abbiamo cercato nel nostro sound di mantenere una personalità abbastanza italiana, anche perché il repertorio di swing italiano è davvero vasto, quindi ci siamo lasciati influenzare dalla musica di Buscaglione, Renato Carosone e dallo swing dell’epoca d’oro americana come quello di Duke Ellington e Cab Calloway, e la canzone d’autore italiana, tra tutti Domenico Modugno. Negli anni la formazione è cambiata più volte, per una questione di praticità geografica. Alla fine sono due anni che abbiamo una formazione fissa, composta da me (Mr. Bricks) chitarra e voce, Wanda Lazzarovich al contrabbasso e voce, Marco Indino alla tromba, Elijah Sommacal alla batteria electro Jazz, Dj Bisso e Gianmaria Ito Dazzi al sassofono».
Diversi live in giro per il mondo e tante le partecipazioni a festival internazionali di un certo prestigio…
«Siamo in tour dal 2014, praticamente dal primo momento che abbiamo formato la band. Dopo aver creato un videoclip della nostra versione di “Mambo italiano”, qualche settimana più tardi siamo stati contattati dall’agenzia tedesca Ludwig Sound, con la quale ancora oggi continua il nostro rapporto lavorativo. Abbiamo tenuto quattro concerti in maniera indipendente, per poi iniziare il nostro viaggio con Carmela Senfett della Ludwig Sound. Sono tre anni di tour sbalorditivi, un’attività live molto intensa e continuativa, partecipando a diversi festival, tra questi il Bestival sull’isola di Wight, il 3000 Grad Festival in Germania e tanti altri palchi tra Francia, Austria, Inghilterra, Svizzera e Repubblica Ceca. Impossibile dimenticare l’apertura del concerto di Parov Stelar, il padrino dell’electroswing nella sua data italiana al Gran Teatro Geox di Padova. L’anno prossimo saremo all’Edimburgh jazz festival e al Tollwood Festival».
In questo periodo siete in tour in Italia.
«Dopo tre anni così intensi all’estero e con l’uscita dell’album “Hot air ballon” volevamo conquistare anche il pubblico italiano. Il nostro intento è appunto quello di far conoscer la band anche in Italia, tenendo dei concerti nelle varie regioni. In questo periodo siamo in Calabria e in Sicilia e la scorsa estate ci siamo esibiti in alcuni festival italiani e la risposta è stata molto positiva».
Come risponde il pubblico estero a differenza di quello italiano?
«Appena varcata la soglia della Francia, della Germania, il pubblico cambia completamente. Quello che dovrebbe essere un popolo più freddo, in realtà si presenta in maniera diversa, divertendosi dal primo all’ultimo minuto. Il pubblico italiano è un po’ più timido, forse abbiamo paura del giudizio degli altri. Molto spesso vedo che alcune persone aspettano di arrivare a fine serata per lasciarsi andare».
Parliamo invece “Hot air ballon”, il vostro primo album.
«Lo abbiamo pubblicato a maggio 2015 con la Irma records, distribuito in digitale con l’etichetta tedesca Chin Chin Records. Il progetto lo abbia realizzato con il crowfunding, raccogliendo sette mila euro per la realizzazione del disco registrato presso lo Studio 2 di Padova. L’album è composto da dieci tracce, alcune in italiano ed altre in inglese, perché comunque creare dei brani in lingua ci dà una mano ad aprirci le porte all’estero. I brani sono un concentrato di sonorità vintage, capace di unire le atmosfere intime tipiche del jazz club all’energia di una disco, dove l’Hot Jazz alla Django Reinhardt lascia il posto al Jive, al Surf-Rock fino al pop italiano più contemporaneo».
Come sarà il 2018 dei Bomba Titinka?
«Abbiamo in uscita, verso marzo o aprile, un album di remix di alcuni brani di “Hot air ballon”. Attraverso la Ludwig Sound siamo entrati in contatto con alcuni dj in America, in Germania e Malta, i quali hanno preso le nostre tracce e ne stanno realizzando dei remix. Alcuni li abbiamo già ascoltati e sono proprio belli. Nel frattempo stiamo lavorando ad un nuovo lavoro discografico di brani inediti che speriamo di far uscire dopo l’estate».