Il film presentato in anteprima al Pan è ispirato liberamente ad una storia vera
Il cortometraggio dal titolo Leggero leggerissimo di Antimo Campanile è ispirato liberamente ad una storia vera e vede protagonisti gli attori Corrado Taranto, Ilenia Incoglia, Renato Carpentieri e per la prima volta sullo schermo il piccolo Francesco Maria Losco, bimbo realmente ipovedente.
Il film è stato presentato in anteprima al Pan in data 16 dicembre con audio descrizione a cura dell’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti di Napoli in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, in occasione della 63esima Giornata Nazionale del Cieco.
Prodotto da Gianfranco Antacido per Alaska Film e da Sly Marino per SlyProdution, con la collaborazione di Breeze Entertainment di Scrirocco Giovanni e il contributo della Regione Campania, Leggero Leggerissimo è in concorso al Pulcinella Film Festival 2021 con due nomination come migliore attore e migliore produzione.
L’opera racconta di Arturo Cargetti (Carlo Taranto), un uomo anziano che vive nella malinconia e nella nostalgia di un passato che non può più ritornare. Le sue giornate sono tutte uguali e monotone tra il bar del piccolo centro dove vive e gli incontri con un suo amico (Renato Carpentieri) sulla panchina preferita dei giardinetti comunali. Un bel giorno, andando a fare la spesa nel piccolo supermercato è attirato dalle note di uno xilofono suonato da un bimbo ipovedente e straniero di nome Milo (Francesco Maria Losco). Il piccolo non può frequentare le lezioni perché sul pullmino necessiterebbe di un accompagnatore e la madre non può assolvere questo compito perché lavora. Arturo si adopera affinchè il bambino possa frequentare le lezioni come tutti gli altri sollecitando persino il sindaco del piccolo centro di Formicola schiacciato anch’esso dalle solite ottusità burocratiche ed istituzionali. Ad Arturo non resta altro che accompagnare egli stesso Milo a scuola con la sua vecchia auto, compiendo 60 km al giorno per ben nove mesi. La sua vita cambierà radicalmente.
Ecco cosa ha detto il regista Antimo Campanile circa la genesi del film: «Ho deciso di raccontare questa storia perché ha un carattere semplificativo. Nei tempi moderni, dove purtroppo spesso accade che, in situazioni di fragilità le istituzioni latitano, allora interviene la nostra umanità. Quella non deve mai venire a mancare, poiché la qualità di una società si misura da come essa si occupa dei più deboli ed indifesi».
E Carlo Taranto racconta: «Il mio personaggio ha mille sfaccettature ed è una goduria per un attore dare colpi di pennello su un percorso così variegato. Trovare l’intesa con il regista è il massimo perché ci si confronta per far crescere il personaggio. La storia è bella e a tratti commovente e andrebbe vissuta e non raccontata. In una società così distratta e chiassosa come la nostra, un film così delicato fa bene all’anima».
Dopo la proiezione alcuni responsabili dell’Unione dei Ciechi e degli Ipovedenti che ha sede a Napoli, in Via San Giuseppe dei Nudi 80, hanno informato i presenti circa le attività svolte a garantire i diritti dei disabili visivi in materia di: assistenza e pensionistica, autonomia e mobilità, riabilitazione visiva. Istruzione e formazione, integrazione lavorativa, ausili, tecnologie e accessibilità, sport, lettura, turismo sociale e tempo libero. Si è fatto ricorso anche a dei filmati che hanno mostrato i numerosi problemi, anche quotidiani, che devono superare ciechi ed ipovedenti.