Ecco una reunion che il pubblico ha davvero supportato con spontaneità. Quando l’anno scorso si era sparsa la voce che Le Vibrazioni, gruppo rock milanese, si stavano mettendo ancora assieme, l’accoglienza è stata davvero entusiastica. Così alle soglie di Sanremo 2018 abbiamo incontrato il cantante e chitarrista Francesco Sarcina, principale compositore, il chitarrista e tastierista Stefano Verderi, il bassista Marco Castellani e il batterista Alessandro Deidda per raccontarci di V, il quinto album della band che uscirà il 9 febbraio.
Siete in gara a Sanremo con un uovo brano, Così Sbagliato. Che ritorno è?
Sarcina: «Siamo una rock band con il sapore melodico tipico italiano. Abbiamo ricominciato a stare assieme suonando dal vivo in privato tutti i nostri dischi. E quindi ci siamo resi conto di cosa abbiamo fatto e come siamo cresciuti in 15 anni».
Dal vivo farete in tour anche pezzi tuoi del tuo periodo solista?
Sarcina: «Beh, sono sempre io che canto e Le Vibra ci mettono il suono che connota diversamente i nostri periodi. Quindi perché no, qualcosa ci starebbe bene dal vivo. Vogliamo riabbracciare tutti quelli che ci hanno aspettato. Io ho proprio bisogno dell’abbraccio del pubblico».
Cosa avete fatto in 5 anni separati?
Deidda: «Ci siamo fortificati con altri, abbiamo suonato e fatto esperienze da soli, tutto quello che non c’era stato tempo di fare con la band. Però ora siamo contenti di aver fatto questa scelta, di tornare a Sanremo, è la seconda volta che ci andiamo».
E poi l’anno scorso c’è stato l’annuncio della reunion.
Sarcina: «Sì, l’avevamo annunciato ed è stato subito accolto il tutto con l’entusiasmo del pubblico. Devo dire che sentire tante migliaia di persone a Palermo l’estate scorsa cantare Vieni Da Me è stata una bella emozione. Ed è stato quell’affetto a farci tornare con decisione. Abbiamo pensato che fosse il pubblico a rivolerci».
Come mai vi siete messi in proprio?
Castellani: «Abbiamo anche viaggiato molto e ci è sembrato naturale tornare da indipendenti, all’estero fanno tutti così. Ovviamente vogliamo che ci siano tante persone che sappiano del nostro ritorno ma non è una fatica inutile avere controllo artistico e fare le scelte in libertà. È una posizione che paga».
Festeggiate questo mese i 15 anni di Dedicato a Te. Cos’è il tempo per voi?
Verderi: «Cinque anni di stop non sono stati tanti, se ci pensi in passato tanti artisti si sono fermati, John Lennon, Miles Davis. È tutto relativo al tempo in cui viviamo. La nostra storia parte in un altro decennio e siamo di un’altra pasta. Sono stati il tempo giusto per tornare assieme in questo modo, per fare un disco con questo entusiasmo».