Dopo il successo de Il cambiamento che meritano, Rula Jebreal torna nelle librerie con Le ribelli che stanno cambiando il mondo. Storie di donne che resistono, credono, lottano (Ed. Longanesi, pag.256).
L’autrice si sofferma sulla storia di nove donne ribelli che con il loro attivismo e la loro determinazione hanno innescato cambiamenti significativi nel nostro presente. Queste donne sono accomunate dalla volontà di costruire un mondo migliore per le nuove generazioni spazzando via definitivamente lo stigma di genere. Tra loro c’è una scienziata che si dedica da anni ad ostacolare il diffondersi di idee pseudoscientifiche, una chef stellata che si batte per la solidarietà e la sostenibilità ambientale, un hacker diventata ministro che ha trovato il modo di proteggere la democrazia,un’atleta che lotta contro il sessismo, due giornaliste che hanno sfidato regimi totalitari e sanguinari,una fotoreporter che con i suoi scatti ci obbliga a guardare in faccia la realtà,una scrittrice che ha aiutato e aiuta le donne in uno Stato islamico, un’artista che con le sue opere denuncia la violenza sulle donne.
Noi di Mydreams abbiamo seguito via streaming un incontro con Rula Jebreal da New York, organizzato da Connessioni per le Librerie UBIK.
Tutti conoscono le sue doti di giornalista, scrittrice, docente universitaria. Ricordiamo che nel 2019 è stata designata dal presidente Macron come consigliera per la parità di genere per il G7. Questo nuovo libro è dedicato a sua sorella Rauia, scomparsa di recente.
«Si, lo dico chiaramente nella prefazione. Mia sorella Rauia, devastata da un tumore, si è battuta fino alla fine chiedendo di poter decidere la propria morte, ribellandosi alle leggi che non lo consentivano e spronando i medici a manifestare il proprio dissenso. Era consapevole che la sua battaglia sarebbe servita agli altri, spinta da una sola certezza: non si combatte mai solo per se stessi».
La grande novità de Le ribelli che stanno cambiando il mondo, è costituita dal fatto che non si parla di donne del passato che pure hanno contribuito all’emancipazione femminile. Nel libro si parla di donne che vivono nel presente e scopriamo le loro vite grazie al suo racconto.
«Sono tutte donne radicate nel presente che è il loro tempo storico e sono coraggiose e determinate. Impossibile parlare di tutte nel poco tempo a disposizione. Mi soffermo stasera su Dominique Crenn,chef stellato che durante la pandemia ha tenuto aperto uno dei suoi ristoranti per sfamare i più poveri, i più vulnerabili. Da anni si batte contro l’omofobia e gli allevamenti intensivi. Ha deciso infatti di eliminare la carne da tutti i suoi menù degustazione. Ha raccolto fondi per i soccorsi in Ucraina. Io l’ho conosciuta attraverso mia figlia. So che sta aprendo anche in Europa corsi di formazione per le donne che vogliono diventare chef. E’ andata in Malesia per organizzare un pranzo reale ed ha voluto soltanto collaboratrici donne per restituire dignità e potere alle diversità. Noi pensiamo a torto che in America certe cose non succedano. In Florida c’è una profonda discriminazione per i gay che vedono negati i loro diritti. Si adopera contro di loro un linguaggio violento equiparandolo addirittura ai pedofili. C’è tanto da fare e ogni ribellione è in sé un atto rivoluzionario».
Lei si batte anche per la salvaguardia della Terra.
«Certamente. Credo che tutte le ribellioni e, di conseguenza le lotte siano collegate tra loro. La battaglia ambientalista oggi è forse prioritaria per preservare la specie umana. Nella guerra in Ucraina si è minacciato di lanciare degli ordigni che rendono il terreno improduttivo e sterile per qualsiasi tipo di coltivazione. É un serio pericolo che mette a rischio la vita di tutti noi che non possiamo sottovalutare».
Le ragioni del femminismo possono essere finalizzate ad un profondo cambiamento della società?
«Lo credo pensando che i diritti del singolo siano i diritti di un’intera società. In America, in molti stati si è tolto il diritto all’aborto anche quando una donna è stata vittima di stupro. Nel Wisconsin, nel Michigan e in Pennsylvania le donne si sono organizzate ed hanno vinto la loro battaglia. Insieme possiamo farcela. La propaganda di destra usata in particolare contro le donne e messa in atto dai vari Trump, Le Pen, Erdogan può essere neutralizzata attraverso la ribellione».
Quanto tempo ci vorrà?
«Nessun Paese è escluso da questa forma di lotta. Ma se il successo di una battaglia è individuale allora è un fallimento. Io credo nella collettività, nell’unione, nel condividere una fede. Dobbiamo perseguire il nostro diritto alla libertà di scelta, al non essere giudicate. Chi tocca i diritti delle minoranze toccherà poi i diritti di tutti noi, come insegna la Storia. L’esempio più lampante è quello contro gli ebrei. In Italia per esempio c’è il tentativo di delegittimare Elly Schlein perché lesbica o perché non ha un aspetto attraente a causa del naso. In questo modo si legittima non solo una violenza contro il nuovo segretario del PD ma una violenza politica. Chi è il nostro nemico? Tutti quelli che possono essere uccisi e privati in primis dei loro diritti. E questo è aberrante».
Ci sembra di capire che lei abbia un atteggiamento militante mentre nel nostro Paese si è più propensi ad avere quello conciliante nel rimandare decisioni importanti.
«É vero. Io ora non ho tempo per rispondere agli insulti che mi vengono rivolti per questioni patetiche. Spesso sono l’unica donna a sedere ad un tavolo per un confronto. Voglio vedere più donne e non solo uomini. Hanno detto che noi siamo fuori di testa. Chi lo afferma non sa rispondere alle nostre questioni. I talebani vorrebbero una società formata da soli contadini. Con tutto il rispetto per questa categoria sociale mi sento di dire che non dobbiamo guardare al passato ma al futuro ed essere capaci di portare avanti le nostre battaglie per un mondo più giusto e solidale».