Le Cose che Verrano è in questi giorni al cinema. La regia è di Mia Hansen-Løve che ha vinto l’Orso d’Argento per il Miglior Regista al Festival Internazionale del cinema di Berlino. L’attrice protagonista è Isabelle Huppert, che interpreta splendidamente un’insegnante di filosofia a Parigi. E’ una donna forte ed estremamente colta che, da un giorno all’altro, vede la sua vita totalmente stravolta da due abbandoni: il marito che la lascia per un’altra donna e la morte della madre, ormai depressa e in continua ricerca di attenzione.
Dei drammi che, la regista e l’interprete, raccontano senza spargimenti di sangue e dolore all’ennesima potenza. C’è una reazione che, se vogliamo, è più normale, non meno sofferta ma più gestibile all’interno di una vita piena dove nessuno e niente deve tappare buchi.
Quei buchi che ci atterrano senza farci più sollevare che ci bloccano in ombre passate senza via d’uscita. Nel film, invece, c’è un inno alla libertà, alla sopravvivenza e alla ricerca della felicità, o di un parte di essa che l’assomiglia. L’abbandono è visto come una rinascita, la possibilità di trovare qualcosa di diverso dentro se stessi per poi ripartire da lì anche se non si è più giovani e forti.
Il film è anche uno splendido affresco sulla filosofia e sulla cultura che tutto salva e chiarifica. E sulla natura che sovrasta e che, proprio nella sua immensità, ci fornisce degli strumenti di pace interiore.
Bellissimo film.