Lunedi 11 aprile presso il Cinema Barberini di Roma, si è tenuta la conferenza stampa per il nuovo film di Roberto Andò, “Le confessioni” che vede come protagonista Toni Servillo, insieme ad un grandissimo cast formato da Connie Nielsen, Pierfrancesco Favino, Marie-Josée Croze, Moritz Bleibtreu, Richard Sammel, Johan Heldenbergh, Daniel Auteuil, Julian Ovenden, Lambert Wilson, Giulia Andò, Ernesto D’Argenio.
Il film è una coproduzione italo francese Bibi Film – Barbary Film con Rai Cinema. Siamo in Germania, in un albergo di lusso dove sta per riunirsi un G8 dei ministri dell’economia pronto ad adottare una manovra segreta che avrà conseguenze molto pesanti per alcuni paesi. Con gli uomini di governo, ci sono anche il direttore del Fondo Monetario Internazionale, Daniel Roché (Daniel Auteuil) e tre ospiti: una celebre scrittrice di libri per bambini (Connie Nielsen), una rock star (Johan Heldenbergh) e un monaco italiano, Roberto Salus (Toni Servillo). Accade però un fatto tragico e inatteso e la riunione deve essere sospesa. In un clima di dubbio e di paura, i ministri e il monaco ingaggiano una sfida sempre più serrata intorno al segreto. I ministri sospettano infatti che Salus, attraverso la confessione di uno di loro, sia riuscito a sapere della terribile manovra che stanno per varare, e lo sollecitano in tutti i modi a dire quello che sa. Ma le cose non vanno così lisce: mentre il monaco – un uomo paradossale e spiazzante, per molti aspetti inafferrabile – si fa custode inamovibile del segreto della confessione, gli uomini di potere, assaliti da rimorsi e incertezze, iniziano a vacillare.
Pierfrancesco Favino sul suo personaggio e sul film dice: «Non è stato un immagine di riferimento reale ma sicuramente ho visto e rivisto molte cose. I politici, non solo del G8, quando fanno delle conferenze già sanno quello che stanno per dire. Io da attore ho visto tutto dal punto di vista tecnico. Il mio personaggio è come se vivesse un distacco tra il corpo e la voce come se la voce non raccontasse nulla di empatico. Quindi a me interessava proprio questo, una voce che difficilmente riesce ad arrivare al cuore degli altri, dal punto di vista del suono e poi, l’utilizzo del corpo, ossia, in che modo avrei potuto rendere reale un uomo abituato a mentire continuamente, col corpo stesso. Sarebbe stato poco interessante per me fare l’imitazione di qualcuno. Il personaggio non si redime, è riduttivo dire ciò ma sicuramente, quando decide di confessarsi con Salus, avviene una cosa molto singolare e di forte impatto per la resa finale del film; due italiani, gli unici in mezzo a personalità di importanza internazionale, si trovano faccia a faccia, si incontrano, grazie alla mia richiesta di confessione, e si aprono l’uno all’ altro. C’è più un richiamo all’ anima che redenzione vera e propria. È una persona che ha un dubbio e nulla più».
Altro attore italiano nel cast de “Le confessioni” è Toni Servillo che veste i panni di un monaco: «Ho girato questo film dopo tre anni in cui ho fatto principalmente teatro. Qui si offre ad un attore la possibilità di fare un personaggio singolare. È un uomo di fede che ha un credo ma che si mostra soprattutto come una persona credibile e Dio sa quanto ne abbiamo bisogno di persone credibili. Direi che Salus si oppone ad un mondo di dichiarazioni ufficiali con una dignitosa renitenza, non dirà mai ciò che pensa. Quando si viene chiamati ad interpretare un eroe positivo, credo sia eccitante mettere il pubblico in una posizione più scomoda. Con l’eroe negativo il pubblico prende le distanze. Quando è positivo, c’è più responsabilità. Ci si domanda… ed io come reagirei? Quanto potrei avere di quel personaggio. . . e mi sono lasciato orientare da questi pensieri. È un conflitto drammaturgico che farebbe gola a qualsiasi attore. Viviamo in un epoca in cui si cerca di sapere i fatti degli altri, io preferisco parlare del lavoro d’ attore. Non ho mai partecipato a una festa in vita mia nonostante abbia interpretato Geppy Gambardella».
I film si muove su un doppio registro, quello tagliato sul modello dei grandi meeting internazionali e quello rarefatto affidato a personaggi isolati e quasi nascosti al mondo. Si potrebbe pensare che questa duplicità sia l’essenza del potere, da un lato materiale e aggressivo, dall’ altro occulto e subdolo. «Nel film ho cercato una totale adesione al vero – afferma il regista Roberto Andò – coniugata al misterioso incidere del monaco, un uomo che non si sa da dove venga e dove vada. A partire dalla scelta del luogo in cui abbiamo girato, in Germania, ho cercato un realismo che potesse dar conto dell’aspetto intimo e sfuggente del potere. Ho cercato un luogo dove esterno e interno si confondessero. Un luogo che fosse di suspense, dove potesse accadere qualcosa di moralmente rilevante. Il segreto e la sua custodia sono gli elementi cardine del potere. Un potere che si isola, che non comunica, è necessariamente metafisico».
Il film sarà nelle sale da giovedì 21 Aprile.