“Le cinque rose di Jennifer” di Annibale Ruccello al Teatro Sannazaro di Napoli fino al 17 marzo con Geppy Gleijeses e Lorenzo Gleijeses , regia Geppy Gleijeses.
Voce della radio Nunzia Schiano, voce di Sonia Gino Curcione, voce di Annunziata Mimmo Mignemi, voce del giornale radio Myriam Lattanzio.
“Le cinque rose di Jennifer”, opera d’esordio del 1980 del drammaturgo stabiese Annibale Ruccello prematuramente scomparso, racconta di un travestito che,
chiuso in casa in un quartiere popolare degradato, aspetta inutilmente la telefonata di Franco del quale è follemente innamorato.
Passa le giornate in compagnia della radio che trasmette musica pop di icone dell’ immaginario gay( Mina, Patty Pravo, Milva).
La solitudine , la condizione di emarginato relegato in una gabbia esistenziale, l’angoscia per mancanza di identità, il dramma dell’attesa, dell’ossessione, i desideri
non realizzati, la consapevolezza di non essere chi si vorrebbe lontano dal modello
socialmente accettato della eterosessualità :
sono questi i temi conduttori di questo dramma dolce-amaro.
Dal dialogo con l’altro travestito Anna(Lorenzo Gleijeses) ,si evince il desiderio di Jennifer di essere donna e madre, che lo porta a costruirsi un
castello di illusioni sul suo passato e la stessa esistenza di Franco è quasi certamente frutto di folle fantasia, senza alcun riscontro nella realtà.
Ci troviamo di fronte a una emarginazione priva di ogni possibilità di riscatto, a un isolamento che non la salverà dalla drastica decisione finale ,sola via di fuga possibile dal terrore e
dallo sconforto per la persecuzione discriminante.
Un testo che ancora oggi sorprende per la sua drammatica attualità, per la sua attenta analisi sul mondo degli emarginati vincolati a esistenze di dolore e pena
infinite.
Merito di Geppy Gleijeses è quello di dare al personaggio di Jennifer, grazie alle sue indubbie qualità artistiche, un tocco di leggerezza e di irresistibile
umorismo, una forte spinta comunicativa, restituendoci una maschera indimenticabile nel rispetto della drammaticità del testo di Ruccello.
Ci colpisce nella sua interpretazione della figura di Jennifer una incredibile poesia ,quella sua
malinconica accettazione della vita , la cui sola via di fuga è il delirio, l’irrazionale.
Ne emerge una Napoli in chiaroscuro con la sua malinconica filosofia di vita e la sua indomita ironia ,dominata dall’irrazionale e dalla morte. Lorenzo Gleijeses, che ha
vinto il premio UBU nel 2006 come migliore attore, restituisce al personaggio di Anna , preda di fanatismo religioso, una surreale ,nevrotica ed esasperata fisicità ,
esaltando al massimo le sue doti attoriali.
Geppy e Lorenzo Gleijeses riescono a dare risalto con maestria a qualcosa di irragionevolmente ribelle e urticante che suppura
nel cuore di entrambi i personaggi interpretati, una ferita aperta che non riesce a cicatrizzarsi.
Le scene di Paolo Calafiore , le luci di Luigi Ascione e la colonna sonora di Matteo D’Amico, contribuiscono a rendere bene la claustrofobica quotidianità di Jennifer, il
cui gesto estremo vuole essere di denuncia e protesta contro la forza discriminante
di un sistema che mette barriere a che si oppone alla sua forza omologante.