Dopo il fortunato debutto estivo al Teatro Grande del Parco Archeologico di Pompei, il Teatro Mercadante di Napoli ripropone Le Baccanti di Euripide nella versione di Davide Susanetti, con Cristina Donadio, Ruggero Dondi, Lino Musella e Federica Rosellini, adattamento e regia di Andrea De Rosa; una co-produzione Teatro Stabile di Napoli, Teatro Stabile di Torino, Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia (repliche fino a domenica 3 Dicembre).
Le Baccanti di Euripide è l’unica tragedia greca pervenutaci ad avere come protagonista un dio: Dioniso. Dio dell’estasi, dell’ebbrezza, del vino e delle danze sfrenate, Dioniso approda a Tebe per diffondere il suo culto orgiastico a capo del quale si pone Agave, madre del re Penteo, che intende invece porre fine a tale scempio. Ma proprio questa sua opposizione al dio determinerà la sua rovina. “Dioniso è un dio difficile da afferrare – commenta Andrea De Rosa – fragile e contraddittorio, creativo e distruttivo ma che promette agli uomini – attraverso il vino, la droga, la musica, la danza, il sesso e la morte – la perdita di se stessi e la liberazione dal dolore”.
Quest’universo culturale così distante dal nostro viene affrontato da De Rosa con un impeccabile parallelismo con l’odierna “cultura giovanile dello sballo”. Le scene di Simone Mannino rappresentano un viale nero che conduce verso un luogo di perdizione. Il tappeto musicale di Alcaro e Davide Tomat riproduce i suoni che si percepiscono all’esterno di una discoteca. Con gli effetti luce di Pasquale Mari sembra di trovarsi ai margini di un rave party, dove tutto è consentito e l’epilogo è spesso tragico. In proscenio, una poltrona che volge le spalle agli spettatori ospita Penteo (il bravo Lino Musella) e Cadmo (l’emozionante Ruggero Dondi), assieme registi e censori della scena. Al centro scena Dioniso, interpretato da Federica Rosellini che dona al personaggio una sinistra quanto sensuale incisività. E, quando la vicenda raggiunge l’apice della tragicità, ecco entrare una sbalorditiva Cristina Donadio, dapprima estasiata per aver sbranato quello che crede essere un cucciolo di leone, poi perplessa, infine inorridita e inconsolabile quando si accorge di avere tra le mani la testa del suo stesso figlio. Insomma, uno spettacolo riuscitissimo in cui – ancora una volta – Andrea De Rosa sperimenta in modo innovativo il linguaggio sonoro e visivo della scena.
Dal 5 al 17 Dicembre seguiranno le repliche al Teatro Carignano di Torino