Io sì (Seen), segna il ritorno della cantautrice italiana nel panorama musicale dopo il suo ultimo album Fatti sentire ancora, pubblicato nel 2018. Il brano è stato composto da Diane Warren mentre il testo è stato scritto da Laura Pausini insieme a Niccolò Agliardi e fa parte della colonna sonora del film Netflix per la regia di Edoardo Ponti “La vita davanti a sé” con Sophia Loren e verrà presentato all’attenzione dell’Accademy Awards per la candidatura agli Oscar come miglior canzone originale. Domani, 23 ottobre uscirà l’EP il digitale che conterrà il brano in italiano, in inglese Seen,in francese Moi sì, in portoghese Eu sì.
Noi di Mydreams abbiamo seguito la conferenza stampa di presentazione con una Laura Pausini serena, disponibile, affabile come sempre. Prima dei suoi saluti è stato proposto il trailer del film La vita davanti a sé, tratto dall’omonimo romanzo di Roman Gary. La Pausini ha così spiegato la nascita di questo progetto musicale: «È nato durante l’estate. Mi ha chiamato per prima Diane Warren e poi il regista del film Edoardo Ponti. Ho guardato il film in anteprima e l’ho trovato straordinario. Il film ha un messaggio potente ed io mi sono ritrovata a condividerlo in pieno. È nata da subito una grande collaborazione. Quando sei da tanti anni nel mondo della musica hai bisogno di nuovi stimoli, di nuove sfide. Nel 1999, per la verità avevo scritto una canzone per un film che vedeva protagonista Kevin Costner ma questa volta mi è stato chiesto di essere ancora più partecipe al progetto traducendo la canzone di Diane in italiano. Quando io compongo le mie canzoni parto dai testi e in questo caso volevo che il brano rispettasse due cose: la trama ed il messaggio forte e potente del film. Il brano non compare soltanto nei titoli di coda ma in un momento particolare del film che non posso svelare. È stato complesso tradurre le parole in italiano ma Niccolò mi ha aiutata tantissimo. Ho registrato il brano a casa dei miei genitori dopo aver rivisto il film . Spesso faccio testi che riguardano le mie esperienze personali e quando andrete al cinema capirete. Aspettavo da tanto di emozionarmi così non solo per le musiche ma per lo stesso film, per la storia di madame Rosa e Momo, i due protagonisti».
Poi Laura Pausini risponde alle domande dei giornalisti che sono riusciti a prenotarsi.
Hai avuto modo di conoscere personalmente Sophia Loren? Le hai parlato?
«Ho incontrato diverse volte la Loren. La prima nel 2003 ad un evento Armani a Beverly Hills e subito ho notato la sua bellezza. Tutti sappiamo che è l’attrice italiana più amata all’estero, è un’ icona. Alcuni anni dopo a Ginevra perché Phil Collins aveva organizzato un concerto di beneficenza al quale io partecipavo ovviamente in veste di cantante. La Loren è venuta alle prove. Io non riuscivo all’epoca a rimanere incinta e le ho parlato di questo. Lei è stata molto materna, protettiva. Mi ascoltava con attenzione e partecipazione anche emotiva. Poi l’ho incontrata a Città del Messico nel giorno del suo compleanno mentre io ero giudice di The Voice. Sophia ti cattura per come parla,per come ti guarda, per come gesticola. Non è logorroica come me ma le sue parole ti avvolgono. Sophia ha cantato il brano e posso dirlo? Ci sarà nel videoclip!».
La trama del film è forte, c’è un dialogo tra diversi. Che ne pensi Laura?
«Non posso parlare troppo delle vicende del film. Posso dire che Madame Rose è una sopravvissuta all’Olocausto e Momo è un ragazzino senegalese che vive un abbandono. La comprensione, l’altruismo, la tenerezza sono fortissimi nel film e non ci sono barriere ed ostacoli . essere unici significa non essere i primi ma aver raggiunto una forza, una libertà andando oltre ogni pregiudizio. Mi piace pensare che il film esca proprio adesso, in questo periodo. Ho visto un bambino furbo e simpatico bisognoso di affetto ed una donna matura che vuole ancora apprendere qualcosa dalla vita».
L’Olocausto e il fenomeno delle migrazioni sono argomenti di cui oggi non si vuole parlare …
«Ma questi problemi ci sono e ci sono stati. La vita è degna di essere vissuta solo se c’è la solidarietà, l’empatia. Già ne parlavo qualche anno fa nel mio disco Simili. Io viaggio spessissimo ed ogni giorno apprendo qualche notizia che mi sciocca e non so neppure come spiegarlo a mia figlia. Ma la vita deve essere vissuta con amore».
La canzone Io sì dice :nessuno ti vede ma io sì,nessuno ci crede io sì! La musica per te è stata un’ancora di salvezza?
«Ho voluto molto queste due frasi nella canzone anche se non è stato facile metricamente. La musica è parte di me come lo è per tutti voi. Io non pensavo di diventare famosa. Il mio sogno era quello di fare pianobar con mio padre. Alla musica devo tantissimo, Mi permette di esprimermi».
«Che pensi Laura del problema economico dei lavoratori dello spettacolo? Si teme un nuovo lockdown.
«Penso che sarebbe un vero disastro per tutte le professioni, non solo per i lavoratori dello spettacolo. Anche i miei ex compagni di scuola con i quali mi sento ancora oggi spesso, sono disperati. Viviamo tutti nell’incertezza. Tutti vorremmo fare qualcosa ma innanzitutto è necessario rispettare le regole. Nel nostro Paese sono ben 570.000 coloro che si occupano di spettacolo: elettricisti, macchinisti, truccatori,sarte… Noi abbiamo fatto un appello al Governo e non so quali suggerimenti dare»”.
Come è stato collaborare con Diane Warren? Cosa significa per te la candidatura all’Oscar?
«Ho imparato a gestire queste nomination e devo pensare sempre che non vinco altrimenti mi viene l’ansia. Il premio per me è mangiare un hamburger! Diane ed io ci siamo incontrate una prima volta negli anni ’90. Lei mi fece ascoltare diversi brani ma non avevamo trovato nessuna canzone. Ora invece è il nostro momento. È una grande artista, ha 1000 idee, è un personaggio molto divertente».
Hai vinto tanti premi e la candidatura all’Oscar è un bel traguardo! Cosa ti ha lasciato questa esperienza?
«Il film ,girato a Bari,uscirà il 13 novembre prossimo e porterà nelle case di tutti la nostra canzone in italiano. Sono molto contenta per questo. La gente vedrà e sentirà l’Italia!».
Quali altri tuoi progetti vedono protagoniste le donne?
«Ci sono ancora delle disparità tra uomo e donna. Mi ricordo che dopo la vittoria di Sanremo firmai un contratto dove mi davano il 4% sulle vendite mentre a un altro cantante maschio, che non aveva vinto nulla l’8%! Ma non voglio vedere più le cose sotto questa prospettiva. Uomo o donna che sia chi veramente vale, emerge. Lo spettacolo Una,nessuna,centomila contro la violenza sulle donne è stato rinviato ,causa COVID, al 26 giugno 2021. È inaccettabile, ovviamente la violenza fisica e psicologica sulle donne».
Cosa ne pensi della musica rap che piace tanto ai giovani?
«Il mondo della musica non deve restare fermo, Le nuove generazioni sono piene di rabbia e di insoddisfazione ma le melodie sono sempre uguali. Gli anni ’80 sono stati i migliori perché la musica era diversa e diversificata, ispirando anche quella degli anni successivi».
Quando un tuo prossimo album? Sarai candidata anche ai Golden Globe? Sei d’accordo con la proposta di Fedez di creare un fondo per i lavoratori dello spettacolo?
«Andiamo per ordine. Mi sono arrivate 524 canzoni che io classifico in ordine alfabetico senza il nome dell’autore per non avere condizionamenti di sorta. Ho ascoltato da marzo scorso solo quelle i cui titoli iniziano con la lettera A e non mi sono piaciute. Ho rimandato troppo e poi ho accettato questa collaborazione. Penso che un prossimo album, se tutto andrà bene e se avrò tempo, potrebbe uscire a Natale del 2021. Inoltre voglio sentire la mia voce su altri stili di musica e conoscere meglio le mie potenzialità vocali. Per quanto riguarda il Golden Globe non so neppure come avviene la candidatura ma se è compatibile con quella dell’Oscar, allora proviamoci! Per l’ultima domanda mi sono già espressa. Fedez ha fatto una sua proposta, io un appello al Governo: ognuno può fare molto per gli altri anche in privato. L’importante è che i lavoratori dello spettacolo non restino soli. Bisogna sempre parlarne».
Sei consapevole della potenza evocativa del brano che va oltre la trama del film?
«Certo. Questo cerco di fare da sempre con le mie canzoni. Niccolò mi ha aiutata tantissimo. E’ pazzesco fare musica perché ci sono tante storie che arrivano al cuore».
Senti questa responsabilità?
«La sento ed anche forte. Ho avuto altre proposte per comporre canzoni da film ma questa storia l’ho sentita subito mia e ho partecipato con grande entusiasmo».
Le grandi dive del pop si sono lanciate anche come attrici. Tu lo vorresti diventare?
«No, io non so fare l’attrice, no assolutamente. Io devo fare ed essere me stessa e non mi piace entrare in campi che non mi appartengono. Il cinema mi piace come spettatrice, vedo anche molti film a casa e serie TV. Posso solo realizzare i videoclip delle mie canzoni perché volevo fare la grafica pubblicitaria e spesso disegno anche le copertine dei miei album».
Se dovessi abbinare al brano colori ed emozioni?
«Il bianco per la purezza e la chiarezza, il giallo per l’inquietudine,la ricerca di equilibrio,la voglia di cambiare».
Parlaci dell’EP in tutte le versioni
«Grazie Paola, hai fatto bene a ricordarlo. È stato bello fare il brano in altre lingue. È stata una sfida».
Cosa riconosci per eccellenza italiana, te compresa?
«Io non mi reputo un’eccellenza. L’Italia è apprezzata nel mondo per tante cose: la musica, la moda, il cinema, gli scrittori, i pittori, gli scultori…È l’arte che ci salverà».