L’astronave del 3103 capitanata dal superman napoletano Tommaso Primo sulla rotta per Kepler ha fatto scalo tecnico planando sulla terra delle sirene così care alla sua produzione artistica passata. All’interno della rassegna Mi illumino d’ inverno al teatro Tasso si è ritrovato di fronte ad un pubblico un pò diverso da quello che affolla i suoi concerti, in genere non teatrali, ma in locali dal target millennials. Dopo una partenza un pò sotto tono Tommaso è riuscito a scaldarsi e a scaldare il pubblico con una versione tutta nuova di Metafisica del precedente album Fate sirene e samurai e con Big Bang dell’ultimo album 3103, una sorta di racconto in stile rap che è come un lo guarracino moderno. Lui stesso dice – se il precedente album era fantasy, quest’ultimo è fantascientifico ed a volte la fantascienza aiuta a capire la realtà meglio della realtà stessa, perchè spesso mette in evidenza quale futuro avremo in base alle scelte che compiamo nel presente. – E il motto cult della canzone ” se non ci siamo estinti è frutto dell’orgasmo” si mescolta inframezzandosi alla ninna nanna Tu ca si na stella a sottolineare il filo conduttore fra il primo e il secondo album. Hola Madre Natura canzone manifesto del disco che lui definisce politico – perchè è nato quando ho letto la notizia delle Nazioni Unite che dichiaravano la Terra a marzo 2016 già in riserva per le risorse alimentari e questo ti fa capire quanto stiamo consumando e quanto ancora poco si parli di queste cose e quanti pochi provvedimenti si prendono per quel che concerne il discorso ambientale. – Nella frase della canzone “solo dal kaos che regna può nascere una stella che orienta i marinai” sembra esserci una risposta ai mali attuali che affligono la nostra epoca così caotica per l’appunto. Tommaso aggiunge – ho voluto ancora una volta fare un disco in napoletano perchè sono da sempre un convinto meridionalista. Trovo che il meridione sia patria di cultura ed è giusto incoraggiarlo e non più sminuirlo. Ho voluto ancora una volta raccontare in napoletano ma senza parlare di Napoli stavolta, tranne che nella traccia del Superman napoletano e senza citare i clichè della città come ‘e pann stis, ma scivere di futuro, di spazio di energie e di ricerca dentro se stessi. – e poi arriva Gioia con la sua presentazione altrettanto poetica – la felicità è una montagna e la gioia ne è la cima. – e Viola con tanto di anello e proposta di matrimonio da parte di un giovane ragazzo del pubblico che Tommaso invita sul palco insieme alla fidanzatina felicemente interdetta. Il bis finale chiesto a gran voce è una San Pasquale a chiaia unplugged struggente e visionario questo a riprova che l’ambito melodico è senz’altro quello più adatto alle sua natura in luogo del rap che lui definisce – un’espressione artistica della scena presente ma a volte mi piace quando ha un quid, un perchè e allora diventa interessante, quando invece è mera moda o una forma di sponsorizzare il consumismo musicale, allora non mi piace. – Il futuro di questo artista, che forse è già qui, ci riserverà tante sorprese fatte di idee che non sono solo vicine alla musica, o meglio ci sarà la musica ma anche altro, ma questo è un altro viaggio ancora tutto da scoprire.
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