“Le due porte” è il nuovo lavoro di inediti del rapper romano Lasersight, un disco molto interessante. La ricerca questa volta spazia dentro un equilibrio fragilissimo che non sempre riesce a restare fermo ma spesso sembra sbilanciarsi vero “una porta piuttosto che l’altra”. Il rap nelle sue canoniche strutture intriso di pop e di melodia cantata. Il titolo “Le due porte” sottolinea anche la fragilità della vita e delle sue scelte possibili, disco di collaborazioni che sono affidate ai Malpensa, alla voce della cantautrice torinese Vea e della cantante pugliese Veronica Verri, oltre alle rime del rapper torinese Rayden, ex membro dei OneMic. In rete il video ufficiale che forse non riassume con forza e carattere il vero grande potenziale di questo lavoro assai particolare.
Canzone d’autore e rap. Sbaglio nel pensare che le due cose siano assai correlate nonostante un’etichetta di genere molto distante?
Assolutamente no, penso anzi che siano molto più connessi di quanto pensiamo, credo che ad oggi i rapper siano i nuovi cantautori perché comunque è il genere in cui più artisti scrivono da soli, o al massimo con 1 collaboratore, i propri testi. In questa nuova era il rap potrebbe essere senza ombra di dubbio una specie di cantautorato 2.0.
Che poi in questo disco anche secondo l’estetica e la forma hai cercato più punti di connessioni vero?
Si. Una connessione che ho cercato subito di inserire è quella culturale infatti nei brani ci sono tanti riferimenti ad opere, statue, film insomma un po’ tutto. Questo perché mi piacerebbe che chi ascolta un brano poi vada a vedere che cosa è quella determinata opera, perchè l’arte è una delle cose più belle che abbiamo e non la si può gettare in un dimenticatoio. Ho cercato di fare brani allegri ma anche impegnati che facciano divertire e riflettere non ho voluto fare un disco banale ma un disco maturo e pensato in ogni suo dettaglio. Poi anche l’album in sé ha una connessione tra tutti i brani che è la scelta e la conseguenza di quella determinata scelta che parte dalla prima canzone fino ad arrivare all’ultima dove è presente questo tema della scelta nella sua forma più ampia.
“Le due porte”. Davvero un titolo emblematico. Hai vissuto spesso una scelta importante? Col senno di poi… come ci ripensi a quei momenti?
Chi non le ha dovute mai fare? Penso tutti noi siamo stati di fronte a delle porte, delle scelte o dei bivi da dover prendere, io personalmente si alcune importanti le ho dovute fare nella mia vita, anche se io sulle scelte sono un po’ un diesel nel senso che ci metto un po’ a capire quale può essere quella giusta oppure a capire tardi di aver fatto una scelta sbagliata. Ogni tanto mi capita di ripensarci a delle scelte fatte che pensavo fossero giuste ma alla fine si sono rivelate errate ma penso che siano tutte esperienze che uno mette nel proprio bagaglio e che lo porteranno poi in seguito a non rifarle se si dovessero ripresentare.
E tutto questo nel disco come lo troviamo? Che suono ha e che melodia soprattutto?
Ha un suono ricercato secondo me perché non è banale ma coerente per il tipo di brano che si va a presentare, un suono che parte da una matrice rap per poi allargarsi a vari generi musicali (ad esempio indie e pop ma anche trap) che è una cosa che io adoro fare sia per mettermi in gioco sia per sperimentare nuove cose e nuova musica così facendo non si ha mai la stessa melodia ed ogni brano è diverso dall’altro in modo da poter arrivare, o almeno spero, in maniera più piacevole all’orecchio dell’ascoltatore e che ,soprattutto, rimanga in testa con un tipo di scrittura ricercata e penso anche evoluta rispetto ai miei lavori di qualche anno fa.