Sarà in scena fino a domenica 11 dicembre 2016 al Teatro Bellini di Napoli il nuovo spettacolo di Domenico Starnone.
Trent’anni fa, sempre in teatro Silvio Orlando e Domenico Starnone portavano in scena “La scuola”. Oggi rieccoli insieme in “Lacci”.
Quasi due ore senza intervallo divise in tre parti distinte. La struttura a proiezione ortogonale che Starnone ha quindi usato nel suo omonimo libro resta invariata per la messa in scena teatrale.
E così nella prima parte ecco un lungo prologo a senso unico in cui la moglie Vanda (Maria Laura Rondanini) scrive lunghe lettere al marito Aldo (Silvio Orlando). Leggiamo con Aldo, ascoltando la sua Vanda che ha tradito e abbandonato per una donna molto più giovane. Una donna che Aldo ama alla follia. Ascoltiamo la disperazione di Vanda, il suo disprezzo, ma anche le sue preghiere rivolte al marito per farlo tornare a casa.
Attraverso continue domande senza risposta conosciamo la storia di Aldo. Viaggiamo da Napoli a Roma, andata e ritorno.
E poi rieccoci, trent’anni dopo. Non più a Napoli, ma a Roma. Nel nostro tempo presente. Nel tempo presente anche di Vanda e Aldo. I due sembrano essere di nuovo insieme. Tornano a casa dalle vacanze estive, oramai i due coniugi sono in pensione. Ad aspettarli dovrebbe esserci il loro gatto, Labès, ma invece ad accoglierli è una casa piena di cocci di vasi rotti, stanze messe a soqquadro.
Dei presunti ladri hanno portato via il loro gatto, senza rubare altro, violando però quelle stanze dove per anni si erano rifugiati nonostante il dolore dell’assenza. Cocci di vasi da ricomporre e crepe di cuore finalmente scoperte.
È arrivato il momento di affrontarsi e mettersi a nudo. Aldo racconta però più al vecchio vicino di casa (Roberto Nobile) che alla moglie. Vanda invece ha una voce nuova, non è più la donna delle lettere. Nessuno dei due ha però dimenticato quella rottura, quella separazione, quel dolore.
Protagoniste di questa seconda parte sono la presenza di un cubo blu e l’assenza mucchio di foto della donna tanto amata in un passato che continua ad essere presente.
L’asse cartesiano si chiude con la terza parte della storia in cui troviamo i figli, Anna (Maria Laura Rondanini) e Sandro (Sergio Romano). I figli che han fatto da collante, da “lacci” ai genitori per più di mezzo secolo, un uomo e una donna dal cuore spezzato che continua a battere anestetizzato.
Il resto fa parte di una storia che devono raccontare i tre fulcri: Sandro, Vanda ed Anna. Una storia che Starnone ha saputo scrivere magnificamente, ma che è stata difficile da seguire nella messinscena teatrale.
La ferita messa in scena è aperta ma non riesce a far male a ognuno di noi.
La storia resta spietata, ma non si avverte il dolore inaccettabile di questo matrimonio che si spezza. A teatro “Lacci” non travolge: i sospiri delle quattro mura domestiche pregne di segreti che molto velocemente ripercorrono vite intere si sentono appena e questo è davvero un peccato. Lacci resta così un groviglio di sentimenti che quasi si spezza, difficilissimo da mettere in scena.
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