Ieri sera è partita, presso l’ Ex Fonderia Righetti- Villa Bruno, la diciottesima edizione del Premio Massimo Troisi di San Giorgio a Cremano con lo spettacolo di Laboratorio “Teatrale Massimo Troisi” diretto da Eduardo Tartaglia, in una collocazione natalizia nuova rispetto alle precedenti edizioni.
Questa prima serata si è voluto partire dai giovani poiché il premio troisi ha due filoni principali: uno è quello di ricordare l’artista Massimo Troisi e l’altro sono i giovani, quindi dare loro la possibilità di avere un luogo di formazione ed anche avere una sorta di “vetrina”.
“Con questa sera abbiamo voluto dare il buon augurio per l’inizio di questa nuova edizione del Premio Triosi con un percorso laboratoriale nella grande tradizione comica ed umoristica napoletana – ha detto Eduardo Tartaglia – questo laboratorio teatrale è un poco la novità dell’ultimo anno, cioè, aprirsi alla ricerca di nuovi talenti e regalare agli abitanti di San Giorgio e di tutta la zona vesuviana l’occasione per approfondire l’arte teatrale. Dopo il successo di questo esperimento si spera ci sia un seguito per il prossimo anno con un nuovo laboratorio.”
La serata ha avuto un sapore particolare, in quanto, si sono esibiti dei giovanissimi: i ragazzi che sono gli allievi del laboratorio che è partito nella scorsa edizione come novità del Premio Troisi. Non sono professionisti, ma esordienti che hanno partecipato con grande entusiasmo ad un corso di formazione teatrale e non di perfezionamento, lavorando con estrema passione e grandissimo sacrificio, mossi soprattutto dall’amore per il teatro.
Partiti da Massimo Trosi (sia per fare gli onori di casa e sia perché Massimo oramai fa parte della tradizione) passando per Eduardo (che è il caposaldo della nostra drammaturgia e della cultura napoletana) per finire con Viviani (altro gigante del teatro), lo spettacolo è stato piacevole ed è riuscito a trasmettere emozioni mantenendo il sapore del saggio. Caratterizzato dall’assenza di scenografie e la presenza soltanto di oggetti di scena essenziali, si è voluto ribadire che quello che è stato affrontato è un teatro di parola, un percorso di studio e di approfondimento della tradizione napoletana.