Joël Dicker ha presentato il suo romanzo d’esordio in Italia, alla Feltrinelli di Piazza Colonna di Roma, “La verità sul caso Harry Quebert” (Bompiani). All’incontro è intervenuto Giancarlo De Cataldo con letture di Laura Morante.
Nel giardino della casa del suo mentore, il celebre scrittore Harry Quebert, viene ritrovato il cadavere di Nola Kallergan, quindicenne scomparsa anni prima in misteriose circostanze. Per salvare la reputazione del suo maestro e unico amico, Goldman inizia una sua personale indagine. Scopre così che il capolavoro letterario di Quebert è frutto dell’incontro con Nola, musa e compagna dello scrittore. Goldman in coppia con il comandante di polizia segue un percorso a tappe, simile al noto gioco dell’oca, le scoperte portano ad altre scoperte, in un interrotto succedersi di ragionamenti e intuizioni surreali. Questa la trama del giallo rivelazione del momento.
De Cataldo dice: «È un romanzo sorprendente, che porterà alla verità sulla scomparsa di questa ragazzina. Ci saranno una serie di colpi di scena che prenderanno in mira questa piccola città inventata sullo sfondo dell’ oceano».
Il libro è sicuramente un richiamo ad ambientazioni e trame che fanno riferimento a Tween Peaks, o Truman Capot (A sangue freddo) con la differenza che quella era una storia vera, e a tutto un genere che passa dalla letteratura al racconto. L’autore non è caduto nei virtuosismi, con una naturalezza sorprendente, come se la storia esistesse già. Joel Dicker sostiene: «Non credo che ci sia qualcuno che non ami leggere. Ci sono tante ragioni per cui le persone non leggono. L’idea di condividere una storia, un messaggio con il maggior numero di persone è la stessa della nascita del mio libro. In treno ho visto che in vagone la gente aveva molte tentazioni tramite il wi-fi, con smartphone e altro, quindi si capisce che ci sono persone non abituate, o con un’istruzione che ha escluso le persone da un contesto di lettura. L’importante è rivolgersi a tutti, non creando differenze di classi sociali».