«Ci sono giorni in cui un raggio di sole sembra non riuscire a farsi breccia tra le nuvole. Ma ci sono anche giorni in cui i mali diventano pesci che schizzano fuori dall’acqua al tramonto. È una certezza quella secondo cui la bellezza in tutte le sue forme, malinconia inclusa deve guidarci sempre… come lei che se n’è accorta ed è venuta a parlarti, poi ti ha soffiato sul cuore e ti ha fatto capire dov’era la tua parte migliore».
La tua parte migliore è il nuovo singolo del cantautore Fabio Curto, vincitore dell’edizione 2015 di The Voice of Italy. Il brano esce per etichetta Fonoprint, la stessa del suo ultimo album Rive vol. 1. ed è stato scritto con il poeta Valerio Grutt. Si caratterizza per uno spiccato lirismo nel celebrare la forza dell’amore, un sentimento complesso e sfaccettato che sfugge a una definizione univoca.
Lei è stato il vincitore dell’Edizione 2015 di The Voice of Italy. Ce ne vuole parlare ricordando l’emozione della vittoria e cosa le ha lasciato la partecipazione al talent?
«È stata una grande esperienza che mi ha messo molto alla prova, non ero abituato ai riflettori e ho cercato sempre e solo di essere me stesso, così ansia e paura andavano via. Ne sono uscito molto più consapevole di ciò che voglio dalla musica e ciò che invece non voglio. Mi ha fatto vedere inoltre molti aspetti dello show business che ignoravo e che servono da esperienza per la vita di un artista».
Lei crede che trasmissioni di questo tipo possano fare da scouting?
«Sì, a volte sì, ci sono dei grandi professionisti tra i partecipanti ma il troppo fa perdere il valore dello scouting. Intendo dire che nei talent ci sono grandi professionisti ma anche persone che ci provano e basta perché ad un loro amico è andata bene. Questo crea confusione e spesso ingolfa il meccanismo del premio alla qualità».
Ha girato l’Europa in lungo e in largo come cantante di strada. Cosa è rimasto in Fabio Curto di questa esperienza?
«Tutto: i volti delle persone incredule davanti a cinque musicisti che venivano dall’Italia in una Fiat Ducato credendo ciecamente nel valore della musica. Questa esperienza mi ha insegnato il sapore della libertà, una libertà che non conoscevo e che in seguito ho temuto di perdere».
Quali sono i cantanti e/o i generi musicali che l’hanno affascinato da ragazzo?
«Il folk americano e irlandese, Woodstock e l’hard rock anni ’70 ma anche cantautori italiani come Angelo Branduardi e Fabrizio De Andrè».
Sulle piattaforme digitali è uscito il suo nuovo singolo dal titolo La tua parte migliore. Ci può raccontare la genesi di questo brano?
«Un giorno di fine estate mentre immaginavo come sarebbe stato l’inverno, improvvisamente l’insistente richiamo della primavera e poi… una di quelle giornate lì. Sono un po’ questi gli ingredienti, uniti alla voglia di dire grazie alle persone della mia vita che mi hanno fatto scoprire la mia parte migliore. Credo profondamente nella forza dell’amore e in questa canzone insieme al poeta Valerio Grutt abbiamo cercato di gridarlo a gran voce».
La sua musica è stata definita da molti critici dark blues. Ci vuole illustrare le caratteristiche di questo genere musicale?
«È un sound che porta un sapore noir direi, spesso in minore e dominato da suoni crudi, catene che cadono in terra usate come rullanti, chitarre lontane, suoni nascosti e testi che a volte incrociano il sogno con il reale esplorando lati più bui della nostra vita. Ma contiene anche ballad come Domenica che sono di un colore chiaro seppure malinconico. Abbiamo lavorato tanto alla ricerca di quel sound e credo sia stato un passo necessario per approdare a un folk maturo in lingua italiana».
Quanto si sente legato alle sue origini? La popolarità ha cambiato Fabio Curto o in qualche modo ha influenzato le sue scelte musicali e professionali?
«Sono molto legato alle mie origini, vado in Calabria ogni volta che posso. Ogni anno mi ritrovo con i miei zii e i miei cugini per produrre il nostro vino. La popolarità non credo mi abbia cambiato da quello che sono, da quello che mi piace fare e come mi piace presentarmi al mondo. Le persone che mi conoscono meglio dicono che sono rimasto uguale, forse più esigente dal punto di vista professionale, ma prima di tutto con me stesso».
Cosa vorrebbe dire ai suoi fan in un momento così difficile come questo che stiamo attraversando?
«Di tenere duro, leggere ed ascoltare musica vera, che respira e che porta un sapore autentico. Dentro questo tipo di musica c’è sempre qualcosa che può fungere da aiuto e da consolazione. Torneremo a fare dei bellissimi live. Nel frattempo godetevi quello che stiamo facendo in streaming di vero cuore e solo per voi».
Quali altri progetti in un prossimo futuro? A quando la pubblicazione di un secondo album?
«Penso a breve un secondo album. Stiamo lavorando sui primi singoli e siamo molto contenti del sound che stiamo tirando fuori. Nei prossimi mesi ci saranno sicuramente delle novità».