Presso l’Altrove Teatro Studio di Roma è andato in scena “La stanza delle piume viola”, di Edoardo Bonini, Andrea De Rosa, Nicola Papagno, con Andrea De Rosa e Patrizia Ciabatta, per la regia di Ottavia Bianchi.
Torna la prosa a chiudere la stagione 2018/2019 dell’Altrove Teatro Studio. Una strana camera di hotel. Una donna in fuga. Un uomo misterioso le apre la porta e si offre di ospitarla per la notte. È armato e sembra avere strani poteri paranormali. Lei non sa che lui la stava aspettando, che conosce tutto della sua vita e che quell’incontro cambierà per sempre gli equilibri della sua esistenza. Una favola nera dai marcati accenti pulp, che strizza l’occhio all’universo del fumetto e del thriller in stile rock. Ora resta la domanda: chi è questo sconosciuto che vuole aiutarla? E perché?
Ha detto la regista Ottavia Bianchi: «Il testo è molto cinematografico, a forti tinte, così come lo è la caratterizzazione della ragazza problematica e incinta e quella del suo angelo custode che invece di avere le ali e l’aureola ha una pistola da giustiziere e poteri paranormali. Non ho potuto non assecondare lo stile della scrittura che sfrutta i temi cari agli eroi a fumetti nel linguaggio di Nemamiah, l’angelo sterminatore, e contiene i tratti pulp e surreali del thriller nella trama e nella raffigurazione quasi stereotipata di Eva, la ragazza in fuga. Ne è nato una specie di Noir nostrano, una favola nera e moderna piena di archetipi contemporanei: la ragazza provata dalla droga e dagli eccessi, l’uomo nero che la rincorre e l’eroe che la salva dai suoi incubi. Il testo prevedeva anche un’invasione di campo che di solito non amo: gli inserti video. Tuttavia la cifra stilistica del racconto li esigeva: così la scena diventa il luogo sospeso tra la dimensione del reale di Eva e quella ultraterrena di Nemamiah, con il video che fa da punto di contatto, da anello di congiunzione tra la realtà oscura e torbida della ragazza e il suo lato oscuro, tra l’umano e il divino. Il mezzo cinematografico si rende necessario anche quando a sorpresa l’angelo rivelerà una natura assolutamente umana in un finale insolito».
Un testo ben scritto, pensato in ogni minimo dettaglio, detta le regole di uno spettacolo rigido, in un uno spazio asettico, claustrofobico. La cosa che subito stupisce è il personaggio di Andrea De Rosa, un angelo futurista dalle ali viola, non così buono come si potrebbe pensare, pronto ad uccidere per rispondere ai comandi del suo padrone. Un killer mandato da Dio che in questo caso, cede all’ amore per la giovane ragazza incinta ( la bravissima Patrizia Ciabatta ) che in un primo momento è restia a questo angelo dark. Poi, come per le favole più belle, tra i due nasce un rapporto, un amore, una forte amicizia, un legame di sangue che assottiglierà sempre più il limite tra la vita e la morte.
Uno spettacolo forte, intenso. Vedere il pubblico in lacrime a fine spettacolo è davvero emozionante. Complimenti!