All’interno della XVI edizione del Festival delle Ville Vesuviane si è tenuta ieri, giovedì 17 luglio 2014, l’unica tappa campana del tour “Se Vedo Te” della cantante genovese Arisa.
La vincitrice di Sanremo 2014 è salita sul palco dell’Arena del Parco sul Mare della Villa Fiorita di Ercolano a luci spente, scherzando un po’ col pubblico prima di iniziare l’esibizione vera e propria.
Ciò che sopra ogni cosa colpisce dello spettacolo di Arisa è l’autoironia. La cantante sa di non essere ferrata con la lingua inglese, anche se si ostina a proporre cover in lingua anglosassone in ogni data del suo tour. Questa volta, infatti, ha presentato al pubblico la sua personale interpretazione di “Personal Jesus” dei Depeche Mode. Dopo averla cantata, ha scherzato col pubblico per la sua maccheronica pronuncia, catturando anche la simpatia del pubblico occasionale oltre che di tutti i suoi fan.
La cantante, accompagnata sul palco dagli Gnu Quartet agli archi e al flauto, da Raffaele Rosati al basso, Giulio Proietti alla batteria e al maestro Giuseppe Barbera alle tastiere, ha scelto una scaletta che valorizzasse innanzitutto i brani contenuti nel suo ultimo lavoro tra cui sono stati particolarmente apprezzati “Chissà cosa diresti”, “Lentamente”, “Se vedo te” e “Sinceramente”, cantato subito dopo la canzone che l’ha resa famosa “Sincerità”. Non risulta particolarmente orecchiabile il nuovo arrangiamento di quest’ultima canzone che forse dovrebbe essere riportata al suo status originale, colpisce ancora una volta l’ironia di Arisa che spiega che “Sinceramente” come canzone non le piace, ma siccome non è riuscita a portare a termine quello che diceva “Sincerità” dovrà cantarlo ancora in qualche altra data.
Immancabile una dedica alla canzone napoletana, ecco che Rosalba si denuda ed espone al pubblico azzardando, accompagnata solo dal maestro Barbera, una versione de “’O surdato ‘nnammurato”, interpretazione che risulta ben fatta.
Sottolineare che Arisa abbia una bella voce, soprattutto dopo aver ascoltato due ore di un suo concerto, risulta quasi banale. La maggior parte delle sue hit di successo sono semplici motivetti, melodie però che silenziosamente si insinuano in ogni singolo ascoltatore, al punto che anche il più distratto e apatico spettatore a fine serata si ritrova a fischiettare almeno uno dei brani proposti dalla cantante.
A inizio concerto avevo pensato “Esistono moltissime voci in Italia simili alla sua”, a fine serata però, ho dovuto ammettere di aver trascorso due ore molto piacevoli anche grazie alla location di eccezione di Villa Favorita. Ciò che sopra ogni cosa mi ha colpito però è stata la spontaneità della cantante.
Arisa non è un animale da palcoscenico, bensì potremmo paragonarla a un’amica che non vediamo da tempo con cui amiamo fermarci a parlare anche dopo mesi dal nostro ultimo incontro.
Esempio evidente? Durante l’esecuzione di un brano contenuto nel suo ultimo lavoro la cantante lucana ha un lapsus: non ricorda una parola e così aggiunge sillabe a caso al sostantivo dimenticato, potrebbe continuare, ma decide di fermarsi, scherzare col pubblico e la sua band e poi ricominciare.
Mille persone sono sedute in platea, ma lei dedica la sua attenzione al pubblico non pagante che la ascolta da dietro le transenne: «La musica dovrebbe essere patrimonio comune, purtroppo viviamo tempi difficili.»
Abbraccia e strega fan e meno fan con “La Notte”, “Meraviglioso amore mio”, “Missiva d’amore” , “Poi però” e “Controvento”. Propone anche la sua versione di “Cuccuruccucù Paloma”, per gli amanti di Battiato potrebbe risultare un abominio, ma Rosalba Pippa non ha pretese: è un’umile interprete.
Per i due bis sono tutti sotto al palco.
Nessuna frase retorica per concludere, Arisa ringrazia semplicemente gli spettatori vicini e saluta tutti quelli dietro le transenne dedicando a loro l’ultimo sguardo a fine concerto.
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