La ragazza dei tulipani, di Justin Chadwick (L’altra donna del re) arriva sul grande schermo con il premio Oscar® Alicia Vikander, il carismatico Dane DeHaan, i premi Oscar® Judi Dench e Christoph Waltz, insieme a Jack O’Connell, Matthew Morrison, Cara Delevingne e Zach Galifianakis. Ispirato al romanzo Tulip fever – La tentazione dei tulipani di Deborah Moggach (edito in Italia da Sperling & Kupfer), che firma la sceneggiatura insieme al premio Oscar® Tom Stoppard, sceneggiatore di Shakespeare in Love, il film sarà dal 6 settembre al cinema con Altre Storie.
Amsterdam, 1636: la città è in pieno fermento. Il commercio prospera, le arti fioriscono. Sophia -interpretata dalla bellissima e pluripremiata Alicia Vikander (The Danish Girl) – orfana cresciuta dalle suore, viene presa in sposa da un ricco mercante, Cornelis Sandvoort (Christoph Waltz), molto più vecchio di lei. Lui desidera ardentemente un figlio, ma lei non riesce a darglielo, mettendo così in pericolo il loro matrimonio. I due decidono di posare per un ritratto che li renderà immortali, ma Sophia inizia una relazione con il pittore, un giovane e talentuoso artista: Jan van Loos (Dane DeHaan). Tutto questo mentre la cameriera di Sophia, Maria, scopre di aspettare un figlio dal ragazzo di cui è innamorata, che per un equivoco è fuggito via. Per salvare la situazione, le due donne escogitano un piano, apparentemente comodo per entrambe. Ma, mentre l’Olanda è preda di una follia collettiva, la febbre di possedere i bulbi di tulipani, con pennellate intense di sensualità, irresistibile desiderio, inganno, sogni e illusioni, il ritratto prende tutt’altra forma, colorando passioni per cui daresti la vita.
La ragazza dei tulipani – clip Il ritratto di Sophia
«Ha così tanti strati che è difficile condensarli – racconta la produttrice Alis Owen sul passaggio dal romanzo di Deborah Moggach alla sceneggiatura – ma la sfida è stata proprio questa: cercare di armonizzare tutto nella sceneggiatura. È una meravigliosa storia di amore ambientata in un contesto storico fantastico che è una metafora dell’amore, della lussuria, della passione. I tulipani di più grande valore erano quelli che sbocciavano con tanti colori e striature. A quel tempo non si sapeva il motivo, ma in realtà accadeva per un virus. Paradossalmente i bulbi di valore erano quelli malati, destinati a marcire. Una metafora meravigliosa dell’amore adultero di cui si parla nel film. La grande passione dei due protagonisti è un amore meraviglioso, ma illecito e per questo porta con sé i semi della sua stessa distruzione. Un altro aspetto che amo del romanzo è il modo in cui ci si affeziona a tutti i personaggi, quindi è difficile rinunciare a qualcuno nel passaggio alla sceneggiatura. È molto più facile per un libro come ‘Tulip Fever’ raccontare la storia dal punto di vista di ogni personaggio. In un adattamento diventa più complicato, ma alla fine ce l’abbiamo fatta».