Doveva essere uno scambio di battute fra star e sta diventando invece un piccolo caso nazional-popolare tra tre dei più grandi performer della nostra musica. I protagonisti sono Jovanotti, Piero Pelù e Ligabue, che tra l’altro nel 1999 avevano collaborato a un successo assieme per scopi benefici, Il Mio Nome è Mai Più.
A scatenare la polemica è stato il rocker toscano che, in occasione dell’uscita del suo album, la raccolta Identikit, aveva rilasciato (aggiungiamo noi incautamente) una dichiarazione “vivace” al programma La Zanzara di Radio 24, che è già famoso per aver creato casi ben più gravi, non ultimo quello di Barilla contro i gay. Peù aveva detto: «In questi anni Jovanotti non ha mai smesso di saltare sul carro prima di D’Alema poi di Veltroni. Ora di Renzi. Jovanotti a Sanremo fece il rap dedicato a D’Alema. Ogni artista dovrebbe stare il più possibile al di fuori dei giochi della politica. La politica è capace solo di sfruttare l’immagine degli artisti».
Interrogato sull’argomento, alla presentazione del suo disco, Ligabue si era diplomaticamente tirato fuori dalla polemica dicendo che tra i tre «c’è sicuramente molto affetto» e che a volte Pelù parla da rocker, riferendosi alle sue esternazioni impetuose. Oggi, dall’ufficio stampa di Pelù arriva questa nota ripresa dalla pagina Facebook ufficiale del rocker: «Ho offeso Lorenzo Jovanotti in una intervista radiofonica e mi scuso ufficialmente con lui. Ognuno è giusto che abbia le proprie idee nella vita, nella musica e in politica quindi non deve essere giudicato da nessun altro per il solo fatto di essersi espresso o schierato col bianco piuttosto che col nero o col rosso. Giudicare le scelte degli altri è sterile e inutile come entrare in una discussione sulla soggettività della bellezza; a me interessa solo la purezza e ritengo che se Lorenzo ha fatto certe scelte lo ha fatto con grande onestà. Purtroppo la critica a Renzi come sindaco di Firenze mi ha portato ad allargare “il tiro” anche su chi lo sostiene da artista; secondo la mia scelta di vita la posizione di un artista deve essere sempre scomoda e critica nei confronti di qualsiasi sistema che si impone sull’individuo e che lo illude ma ripeto, ognuno è libero e responsabile di esprimersi e rapportarsi come meglio crede con la realtà che lo circonda. Viva la musica!».