Sono ormai trascorsi i primi giorni del mese di aprile e, subito dopo la Pasqua, si comincia a fare i conti con bilance, specchi e diete varie pensando alla famosa prova costume. Questa volta in soccorso di uomini e donne con qualche chiletto da nascondere, a grande sorpresa, arriva la pasta.
Si tratta infatti di un alimento che è stato rivalutato da uno studio del St. Michael’s Hospital (in Canada), pubblicato su BMJ Open ha come prima autrice la ricercatrice di origine italiana Laura Chiavaroli. A differenza, infatti, della maggior parte dei carboidrati “raffinati”, che sono rapidamente assorbiti nel flusso sanguigno, secondo questo studio la pasta ha un basso indice glicemico e provoca minori aumenti dei livelli di zucchero nel sangue rispetto a quelli causati dal consumo di cibi, che invece hanno un alto livello di questo indice.
In particolare le persone coinvolte in questa ricerca hanno mangiato in media 3,3 porzioni di pasta alla settimana invece di altri carboidrati. Da controlli poi effettuati è emerso che questi soggetti avevano perso circa mezzo chilo in 12 settimane. Gli autori hanno quindi sottolineano che i risultati sono generalizzabili alla pasta consumata insieme ad altri alimenti a basso indice glicemico, tuttavia avvertono che sono necessarie ulteriori ricerche per determinare se la perdita di peso si applica anche alla pasta come parte di altre diete salutari.
“Lo studio ha rilevato che la pasta non ha contribuito all’aumento di peso o all’aumento del grasso corporeo – ha evidenziato John Sievenpiper – in realtà l’analisi ha mostrato una leggera perdita di peso, quindi contrariamente alle preoccupazioni, la pasta può essere parte di una dieta sana come ad esempio quella a basso indice glicemico”.