Antonella Morea non è un’attrice, ma un vero e proprio mutaforma, una creatura soprannaturale del pantheon teatrale capace di trasformarsi completamente nel personaggio da interpretare, anche in Cravattari, piéce teatrale di successo del drammaturgo e regista Fortunato Calvino ne è una prova. Dopo il successo dell’Estate a Napoli 2017 promossa dal Comune di Napoli, Cravattari, ha replicato anche per il 74° Anniversario delle Quattro Giornate di Napoli – Dedicate a Roberto Bracco. Dalla parte giusta! Contro la camorra e la violenza con gli ideali della Resistenza.
Cravattari è un’opera che tutti dovrebbero vedere per capire in quale baratro infimo e oscuro può trovarsi la parte lesa dagli usurai, i cravattari. Una storia tessuta magistralmente da Fortunato Calvino che crea forti emozioni, scende anche qualche lacrima, per quello che succede alle vittime, una famiglia per bene di Napoli costretta a vendere il negozio, e poi l’oro e, infine, l’appartamento cui hanno vissuto una vita intera, fatta di gioie e grandi speranze, spezzate da questi viscidi esseri.
Gli attori sono talmente bravi e pieni di talento che non distingui più la finzione dalla realtà, diventi spettatore muto, ti aggiri tra di loro, osservando con occhi lucidi gli eventi che porteranno alla catastrofe più totale.
La storia inizia dalla fine, da quando Bianca, interpretata da Laura Borrelli, entra in un appartamento che vorrebbe acquistare per l’avvento del suo matrimonio, e incontra Rosa, Gioia Miale, che inizia a raccontare la storia del decadimento della sua famiglia a causa dei cravattari.
Si susseguono vari flashback, l’imprudenza delle vittime dell’usura è tale da creare un vulnerabile stress e assistiamo alle varie ansie e preoccupazioni iniziali dei suoi genitori, Nunzia e Gennaro, Rosa Fontanella e Pietro Juliano e all’intromissione della bieca e cattiva Assunta, Antonella Morea, che, come un tarlo, danneggia la mente di Nunzia e Gennaro, ma anche quella di Rosa, che, alla fine, riconosce in Bianca l’angelo che potrebbe salvarla, dopo il brutto suicidio della madre e la follia del padre.
Il testo di Fortunato Calvino ha ricevuto il Premio Giuseppe Fava, il Premio Giancarlo Siani e altri importanti riconoscimenti. Cravattari ha debuttato nel 1995 e da allora è stato rappresentato in diverse città italiane raggiungendo il numero di 900 repliche, e nei prossimi mesi sarà proposta alle scuole del territorio grazie a un progetto promosso da Metastudio89 e Napoli Sotterranea. Scene di Clelio Alfinito. Costumi di Anna Maria Morelli. Disegno Luci di Renato Esposito. Assistente alla regia Stefano Ariota. Regia di Fortunato Calvino.