La morte è un punto, spettacolo andato in scena ieri sera al ridotto del teatro del Mercadante – per la regia di Arturo Muselli – è un monologo interpretato da Vanda Monaco Westerstahl. La messa in scena fa parte del progetto Italia Svezia 2 a 2 , rassegna di quattro spettacoli sul tema L’europa delle diversità, promossa dallo stabile di Napoli a cura di Laura Mariani e Vanda Monaco Westerstahl. Il progetto ha previsto le rappresentazioni dei testi Sueño #4, di Sara Sole Notarbartolo, Fine famiglia, di Magdalena Barile, La morte è un punto, di Katarina Carlshamre, e stasera sempre al ridotto del Mercadante, La tua Istanbul, di Mia Törnqvist: due autrici italiane e due svedesi indagano i sentimenti, le passioni, i sogni, i conflitti esistenziali, nell’Europa di oggi, tra nativi e immigrati, svedesi, turchi, italiani, iracheni.
La sublime interpretazione dell’attrice ne “La morte è un punto”, ci porta in un commovente passato, il racconto si snoda in immagini liriche poetiche, si fa carico di suggestioni, ma ecco che si interrompe a tratti e ci trascina in un passato più doloroso, nella narrazione forse di un’infanticidio o comunque della morte di una bambina. La scena è una stanza che ripetutamente più volte è nominata nello spettacolo, ora splendente ora buia e triste, che lo sguardo della protagonista trasforma in ospedale psichiatrico. Il regista non ha lavorato nel restituire la narrazione compiuta, ma su suggestioni che restituiscono tutto il dolore che viene fuori a tratti dal racconto attraverso la follia implosa della protagonista. Tutto è molto interiore, intimo. E quello che viene fuori è il racconto di un vissuto forse un dramma o forse un infanticidio, o solo il ricordo di una tragedia.