Non tradisce le aspettative del lettore Alexandra Rendhell nel suo libro “Eusapia Palladino – La medium star disperazione della scienza” (apeiron edizioni) che si presenta scorrevole ed avvincente come un romanzo e dotato di notevole rigore scientifico. Andiamo però con ordine, chi è Eusapia Palladino? Parliamo di una medium vissuta tra Ottocento e primi del Novecento, una figura criticata e apprezzata allo stesso tempo, l’emblema del contrasto tra quelli che credono nei fenomeni spiritici e quelli che li avversano e li ritenevano solo truffe.
Una povera orfana scoperta essere, quasi per caso, come medium eccezionale; una donna “usata” per tutta la vita come strumento, come mezzo; per coloro che non lo sanno per fare una seduta spiritica occorrono una serie di precauzioni per il medium come il digiuno e la totale lontananza da alcool e droghe, cosa che non avveniva ad Eusapia che spesso era chiamata a svolgere la sua opera dopo avere mangiato abbondantemente e prolungando la sua attività per ore. Una donna che nella sua vita ha provato molto dolore e che forse ha cercato una forma di riscatto quando nelle sue tante trasferte pretendeva un trattamento con i guanti, dismettendo gli abiti umili e le abitudini morigerate per abbandonarsi a capricci da diva che venivano assecondati in ogni modo. Per dimostrare la sua buona fede, la sua estraneità a truffe ed imbrogli si sottoponeva ad ogni sorta di visita e perquisizione personale prima delle sedute.
Contro di lei si schierarono personaggi illustri come il Lombroso, Roberto Bracco, Ferdinando Russo e tanti altri, che, spesso, conosciuta la donna e vista all’opera mutavano pensiero.
Una enorme mole di informazioni, affascinanti, complete, in parte inedite, sono la base del lavoro di Alexandra Rendhell che confeziona un’opera minuziosa che intriga come un romanzo ma al contempo informa in maniera puntuale su fatti e personaggi di una Napoli e di un’Europa molto misteriosa. Interessanti le relazioni di medici, scienziati, la corrispondenza, gli articoli di giornale di personaggi noti che si spendono sull’argomento spiritismo ed invogliano il lettore a sfogliare avidamente il volume sospesi tra la voglia di approfondire la conoscenza di Eusapia e quella di incontrare altri personaggi.
Pagina dopo pagina si delinea un’immagine di una donna che non possiede i classici canoni di bellezza, anzi è comune, una come tante ma con una forza magnetica ed attrattiva negli occhi.
Il sottotitolo è pensato con arguzia: il dramma vissuto dagli scienziati pronti a demolire Eusapia ma mai veramente convincenti tanto da fugare ogni dubbio, sempre pronti a distruggerla a provocare in lei furibondi attacchi di ira. Altra nota positiva dell’opera è la capacità di tratteggiare i personaggi con sapienza; tra un documento e un racconto spunta la storia di un personaggio che incrocia la sua vita con quella di Eusapia, un modo efficace di sviluppare il racconto.
“L’opera di Eusapia Palladino – dice l’autrice – è stata ed è tutt’ora, degna di ricordo ed onore; noi con questo nostro modesto contributo auspichiamo di avere assolto il compito di darle giustizia”. In effetti si percepisce in tutta l’opera la voglia di far conoscere un personaggio così controverso ed ancora di più la ferma volontà di riabilitare la sua opera. L’autrice chiude il suo libro con una lettera dall’aldiquà che lei stessa scrive ad Eusapia. Sebbene tu, Eusapia, non sia mai appartenuta a te stessa, ti si deve tuttora rispetto, specialmente se si entra, anche a distanza di un scolo, nella tua vita privata, nella tua intimità di donna. Ti voglio bene Eusapia”. Quali migliori parole per chiudere un atto d’amore per una donna, per la sua opera, per la sua conoscenza. Per non dimenticare.