«Non voglio indagare le ragioni per cui la critica straniera ha apprezzato il film, né quelle per cui alcuni giornalisti italiani non ne sono stati soddisfatti. Se si viene invitati al festival di Cannes, il che è un privilegio, si accetta proprio perché si affronta una platea internazionale, con tutte le incognite possibili, rischiando anche molto». «Quasi quasi mi pento di aver nobilitato i giornalisti di casa, con il personaggio interpretato da Toni Servillo. È un errore di valutazione, chi lo pensa non sa leggere bene le cose. Lo stesso ragionamento l’avevano fatto per “Il Divo” immaginando che Andreotti e la nostra politica fossero incomprensibili fuori dall’Italia, invece l’hanno capito benissimo».
Risponde con queste parole Paolo Sorrentino, attraverso le pagine de LaRepubblica al trattamento subìto da parte della stampa italiana.
La Grande Bellezza, film Italiano in gara al 66esimo Festivale di Cannes, paradossalmente, infatti pare sia piaciuto più all’estero che nel nostro Paese. O almeno questo sembra essere emerso dalle parole del regista di “Il Divo”.
La cosa, però, pare non corrisponde al vero. Infatti il SNCCI (Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, ndr), attraverso l’apposita commissione, ha attribuito a La grande bellezza il marchio “Film della Critica“, riservato alle opere ritenute di comprovata qualità.
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