The Shak & Speares è una delle migliori band nata nella provincia napoletana. Se nelle interviste sono canzonatori senza freni, nel loro lavoro i quattro fratelli Marlowe, appellativo letterario per Louis (voce e chitarra), Al (basso), Max (clarinetto) e Frank (batteria), presentano talentuose abilità musicali. È da qualche mese uscito il loro nuovo album, Dramedy, unione tra drama e comedy, per indicare nuove forme artistiche tragicomiche, nove brani con una special guest d’eccezione, Vic Godard il leggendario punk-pioneer inglese, conosciuto durante il loro tour londinese, disco registrato e missato da Ercole Longobardi e masterizzato da Francesco Fontanella.
Attualmente sono in tour, ma abbiamo avuto la possibilità di scambiare qualche chiacchiera con Al e Max Marlowe.
The Shak & Speares, omaggio al grande William o cosa significa per voi?
«Più che di omaggio stiamo parlando di un abuso di potere contemporaneo! Per il resto ci piace questa cosa: ci piacciono i giochi di parole, la consideriamo eufonica e ricorda l’imperativo “SHAKE…!”»
Avete adottato il nome di Marlowe, suppongo un altro omaggio, questa volta a Christopher Marlowe, per la sua vita dissoluta o, come lui, spingete con le vostre canzoni l’ascoltatore all’estremo delle passioni?
«È wikiverità che la vita di “papà” Kit sia stata più movimentata di quella del grande William! Noi crediamo fermamente che tutti gli umani siano dissoluti. È proprio la definizione, o meglio, la linea di confine fra un’esistenza morigerata ed una che non lo è per niente, a spostarsi di continuo. Va avanti e indietro per questioni particolari e tutti si parla di libertà. Ecco appunto, si parla e basta. Le nostre canzoni, quindi, appassionate ballate, altro non sono che il tema sonoro della dissolutezza che abita in ognuno di noi, e, allora si balla!»
Come avviene il vostro songwriting e processo di registrazione?
«Avviene tutto in un posto preciso, casetta, bunker forse domani cella multipla, e nella vita. Sì, perché ognuno di noi è libero di dare alle parole delle nostre canzoni quello che vuole, tipo offerta a piacere. Visto che noi tutti, e Louis, pensiamo in italiano e in dialetto napoletano, il primo passaggio si chiama “opera di convincimento”. Il processo di registrazione non è un processo ma il semplice “riporto digitale” di tutto quello che abbiamo già fatto. Tutto questo, ritornando al posto preciso di prima, avviene dal Dio Ercole, e poi alla fine suonano le … “CampanellA”.»
Com’è nato il làlàlà sound e in cosa consiste?
«Non è mai nato ma fa un casino pazzesco! Oppure, come direbbe Al, è la commistione bla bla bla. Grazie a tutti quelli che ne parlano!»
Il vostro genere musicale è un’inclinazione del punk rock, che voi definite Agreste …
«Più che noi, l’hanno definito gli altri, forse per ricordarci le nostre origini “popolari”, o forse per evidenziare la totale assenza nelle nostre canzoni di sovrastrutture musicali, forse perché con il fratellino Max piuttosto che di “fuzz” puoi parlare di “portavoce”, o, forse perché ascoltando la nostra musica, come in aperta campagna, vien voglia di ubriacarsi e ballare!»
Un disco curato nel dettaglio a partire dalla bellissima copertina, chi è il disegnatore, e cosa rappresenta?
«Le copertine le disegna Fratello Louis, è il suo pane quotidiano. Per anni, con lo pseudonimo di “Muhe”, ha realizzato illustrazioni per l’editoria e per il settore musicale indipendente, ma anche per major (vedi Neffa in Sognando Contromano), ci disse quel giorno: L’artwork di Dramedy è un contenitore di simboli massonici/religiosi parzialmente occultati che, intersecandosi, costituiscono lo scheletro del soggetto illustrato, noi gli rispondemmo: Bello! Ma poi decidemmo di portare Fratello Louis dallo psichiatra.»
Dramedy il vostro nuovo album inizia con Vic&The Stalkers, Vic sta per il Vic Godard della band punk inglese Subway Sect, come è avvenuto l’incontro, ed è stato anche molto carino lasciarvi quel messaggio…
«Siamo andati noi dalla montagna! Infatti, in occasione del nostro mini tour a Londra dell’anno scorso, abbiamo avuto il privilegio di aprire il concerto ai Subway Sect. Lì abbiamo conosciuto Vic e il mitico Paul Cook dei Sex Pistols, abbiamo chiacchierato un poco, ci siamo piaciuti e poi, quando la confidenza si è trasformata in veri e propri attentati telefonici nel cuore della notte, Vic ha deciso di passare al contrattacco, inserendo nella sua segreteria un messaggio tutto per noi. Il resto è DRAMEDY! Il nostro nuovo disco.»
Alcune canzoni di Dramedy parlano d’amore, quello che nasce nelle underground londinesi a quello della prima volta con un approccio piuttosto rozzo da playboy, Let’s go behind the fence / I’ll show u happiness /Save it for myabsence, chi di voi è così sfacciato?
«A questo punto pretendiamo l’appellativo dissoluto! Scherzi a parte, cerchiamo da sempre di “dramedizzare” l’argomento/mondo amore e senza opporre alcun tipo di resistenza lasciamo che “l’italianità” venga fuori anzi, in avanti baby.»
Castro Street, un argomento delicato parlare di omosessualità, visto l’enorme omofobia che gira nei garage indie…
«Speriamo che non diventi mai un argomento delicato pensare che l’Omofobia sia una preoccupante malattia. In Castro street si parla di energia, forza, tutte cose che un omofobo spreca.»
Avete tentato la strada dei talent o non v’interessa? E cosa ne pensate?
«È la prima volta che ci fanno una domanda di questo genere e comunque non è facile “non rispondere” come facciamo quasi sempre. Diciamo che a questo punto, vale la storiella del GRATTAeVINCI! Ci sono 4 categorie: quelli come noi che ne compriamo uno quando siamo in giro insieme perché tentare la fortuna ogni tanto non è una cosa brutta; quelli che grattano sempre e quando vincono si pagano la metà dei debiti; quelli che non li comprano perché sono convinti che tutti i premi grossi se li grattano quelli che hanno organizzato il gioco e quelli, infine, che vincono sempre proprio perché non giocano mai. Bene, in quale categoria pensate di essere? Prima di provare col Gratta e Vinci avete provato la strada dei Talent?»
Cosa succederà nei progetti futuri degli Shak& Speares?
«Abbiamo da suonare abbastanza, quindi gratta e vinci a gogo, poi ci sarà un taglio netto, vero AAAAAAAAAAAA(HHHHHHH)L? …»
Ecco tutte le tappe del “Comedy+Drama=Dramedy tour”
27 NOVEMBRE – PINK RABBITS – SAN BENEDETTO DEL TRONTO (AP)
28 NOVEMBRE – ARCI OHIBO’ – MILANO
29 NOVEMBRE – THE FAMILY – ALBIZZATE (VA)
5 DICEMBRE – FABRIC – PORTICI (NA)
10 DICEMBRE – 100DIECI – PERUGIA
11 DICEMBRE – MOCAMBO – SANT’EREMO IN COLLE (BA)
12 DICEMBRE – 45 GIRI – ACRI (CS)
13 DICEMBRE – CIRCO DELLA FARFALLA – FRANCAVILLA FONTANA (BR)
14 DICEMBRE – LA FACTORY ARCI – SAN PIETRO VENTORICO (BR)
30 DICEMBRE – FERRO3.0 – SCAFATI (SA)
4 GENNAIO – CLUB 33 GIRI – S. MARIA CAPUA VETERE (CE)
12 FEBBRAIO – CACIO E PERE – SIENA
13 FEBBRAIO – BIRRIFICIO SANT’ANDREA – VERCELLI
14 FEBBRAIO – METRICUBI – VENEZIA