Da oggi, giovedì 30 novembre, alle ore 18:00, presso lo Spazio Martucci 56 di Napoli sarà inaugurata la performance “La dose del disincanto” del maestro Peppe Pappa. La mostra, dal medesimo titolo – a cura di Intentart e di Simona Pasquali – sarà visitabile fino a giovedì 7 dicembre.
Si tratta di una mostra dedicata al “tema delle carte”. Perché il gioco delle carte in una società moderna e multietnica? Prima della società multietnica le forme di gioco tra le persone rappresentavano anche occasioni di riscontro e di “disvelamento dell’esistenza”. Esso era condotto in termini di confronto per diventare per i giocatori momento di crescita sociale. Una volta le forme del gioco, compreso il luogo dello svolgimento contribuivano ad esercitare nei giocatori lo scambio di esperienze di vita sociale.
Il gioco come momento di evasione, rilassamento, scambio, confronto e arricchimento oggi non esiste più: con il crollo delle ideologie, sono crollate anche le idee e scomparse le passioni ed i sentimenti che le sostenevano. Se oggi l’uomo muore, continuando a vivere in apnea, è perché gli artisti e tutti gli altri autori del libero pensiero hanno rinunciato ad esistere come unità critica rispetto alla società omologata. I critici appagati dal mercato del denaro, spingono gli artisti a semplici scambi di convenienza, influenzandoli ad abbandonare le idee del riscatto sociale a favore del dio denaro.
“Intavolare un gioco di carte può aprire la strada ad una serie di riflessioni, anche molto distanti tra loro. Dando uno sguardo all’intera storia dell’arte, una prima constatazione è che il tema delle carte ha da secoli rappresentato un soggetto commissionato o scelto da molti artisti, fino a portare alle stupefacenti evoluzioni dell’avanguardia cubista (Leger, Picasso). In questo modo un passatempo antico – e senza tempo – si è trasformato ed è stato tramandato sino ad oggi. L’immaginario offerto dalla rappresentazione artistica non presenta solo sessioni di gioco tra amici, soldati o amanti, ma anche tutti i possibili tranelli nascosti in un simile diletto. È più che famoso l’esempio de Il baro di Caravaggio, nel quale un giovane astuto nasconde le carte vincenti dietro la schiena, celate alla vista del suo avversario ma ben visibili al pubblico che osserva il dipinto. Il grande maestro decide così di mostrare il retroscena, ciò che in genere viene omesso, rende partecipe l’osservatore dell’azione e anche in un certo senso complice dell’imbroglio in atto. Peppe Pappa ha accolto la sfida di Caravaggio e a sua volta invita altre persone a fare lo stesso, a prendere parte al gioco, a diventare complici o a smascherare l’impostore di turno” (Annapaola Di Maio).
“La mia proposta artistica, che si distingue dal fare di tanti artisti sordi o volutamente sordi, con la rappresentazione visiva, uditiva e contatto sensoriale invita le intelligenze umane ad abbandonare la passiva accettazione dell’attuale sistema di potere e a prepararsi riaffermando i principi di solidarietà e scambio verbale, anche laddove possa apparire inconsistente o irrilevante come la partita di carte da gioco” (Peppe Pappa).
Orari di apertura della galleria:
martedì e mercoledì dalle 10.30 alle 13.30 / dalle 17.00 alle 19.00
giovedì dalle 17.00 alle 19.00
venerdì dalle 10.30 alle 13.30 / dalle 17.00 alle 19.00
sabato dalle 10.30 alle 13.00