Il Teatro Bellini di Napoli è stato escluso dal novero dei Teatri di Rilevante Interesse Culturale ed è stato «ricollocato» tra i Centri di produzione, terzo tra i livelli previsti dalla riforma della prosa: questa la decisione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.
Una notizia inaspettata per la Direzione Artistica del Teatro Bellini che ha voluto incontrare pubblico e stampa dopo una settimana dalla decisione ministeriale. Una notizia che deve continuare ad essere diffusa ponendo l’accento sulla ricaduta che quest’ultima potrebbe avere sul futuro della struttura e sul panorama dell’offerta musicale riservata al pubblico napoletano.
«Il TRIC – sottolinea Roberta Russo – non è una medaglietta, ma una naturale collocazione. Noi non abbiamo paura di perdere nessuna poltrona, difendiamo semplicemente il teatro.»
Daniele Russo inizia il suo discorso specificando: «Abbiamo rimandato la conferenza per evitare a pubblico e stampa di trovarsi di fronte a tre persone distrutte. Il Bellini è della città di Napoli, anzi: è nazionale. La scelta che è stata fatta è politica e noi adesso ci interroghiamo sul da farsi. Adesso siamo la terza ruota del carro, ma noi vogliamo preservare la qualità.
«In tutti questi anni noi ci siamo dedicati solo alla “politica del fare” – continua Daniele – e, nonostante quello che è successo, tra tre anni ci presenteremo ancora più agguerriti continuando a non scendere a compromessi, a non sederci a nessun tavolino.»
«Ciò che ci sta distruggendo il cervello – spiega Gabriele Russo – è il dover star qui a difendere un qualcosa di ovvio. Il Teatro Bellini era il terzo Stabile d’Italia. Noi abbiamo semplicemente chiesto di rientrare in una categoria in cui già eravamo. È paradossale e assurdo stare qui a parlare di questo adesso. La politica in questo caso è riuscita a vedere qualcosa dove non c’era e a non vederlo dove c’era. Molti teatri per la questione del TRIC si sono dovuti mettere in regola, noi eravamo in regola!»
«Noi – ha concluso infine Gabriele – abbiamo ancora un obiettivo e nessuno ce lo toglierà. Resta però che adesso il nostro progetto necessita di risorse ed è da difendere. Lotteremo però per ottenere il riconoscimento che ci spettava già.»