Dopo il successo del primo singolo Bomb in the Meadow i Supersonic Bus pubblicano il singolo Hollow Sky, il cui video è disponibile sul canale YouTube. Entrambi i brani fanno parte dell’Ep d’esordio Supersonic Bus. Il brano Hollow Sky unisce il rock inglese tipico degli anni ’90 alle sonorità elettroniche. Il testo trasmette all’ascoltatore l’esigenza di rinascere dalle ceneri di una storia d’amore finita, senza dimenticare i ricordi felici. Il video realizzato da Cristian Pigozzo ricrea l’atmosfera della canzone attraverso visioni psichedeliche e immagini della band. La band rock è formata dal batterista Cristiano Dionello, dal cantante e tastierista Andrea Basso, dal bassista Damiano Bizzotto e dal chitarrista Mirko Tosin.
È uscito il video di Hollow Sky che esprime le emozioni del brano, in particolare il bisogno di rinascere dopo la fine di una storia d’amore. È stato liberatorio scrivere questo pezzo?
«La scrittura dei testi del nostro primo Ep omonimo “Supersonic Bus” è stato un processo di introspezione personale dove la musica e la melodia facevano da traghettatrici in un viaggio che ha portato all’ispirazione che ha fatto scrivere ad Andrea Basso (il cantante) i testi delle canzoni. L’obbiettivo è trasmettere e far vivere delle emozioni al pubblico e il miglior modo per farlo e riversare nelle canzoni le proprie emozioni ed esperienze».
Hollow Sky attinge dal rock inglese. Da quali influenze musicali è stato partorito?
«Nel brano si sentono le nostre influenze ed esperienze, ma non abbiamo pensato ad uno o più artisti in modo particolare da cui attingere nella sua stesura. Innegabile che l’ascoltatore possa sentire alcuni riferimenti di gruppi come Placebo Radiohead e Muse, band che ci piacciono in modo particolare ed essere accostati nell’ascolto dei nostri brani a questi mostri sacri del rock non ci può altro che far piacere».
Bomb in the meadow è il singolo che ha anticipato l’uscita del vostro Ep d’esordio intitolato “Supersonic Bus”. È un brano profondo che parla di vita.
«É il brano più “profondo e filosofico” dell’Ep, il fulcro del brano è la personale visione della vita, l’importanza che ogni persona dà alla propria vita, andando a porre le vite degli altri in “secondo piano”, ignorando che tutte le persone fanno lo stesso ed il brano “simula” una persona che prende coscienza di questa condizione».
Dal punto di vista artistico cosa rappresenta per voi l’Ep “Supersonic Bus”?
«L’ep uscito il 22/02/2022 per noi è l’inizio di un viaggio in cui abbiamo racchiuso i nostri sentimenti ed emozioni. Lavorare a questo ep, soprattutto in tempi di pandemia e lockdown, ha fatto sì che la nostra amicizia crescesse anche se a distanza e che le paure e le speranze di ognuno di noi venissero condivise nella stesura dei brani man mano che i primi demo delle canzoni che ci scambiavamo via mail prendevano forma».
Perché avete scelto come nome per la band Supersonic Bus?
«In realtà ci sono almeno due motivazioni. Supersonic Bus era inizialmente il nome del demo di un brano che poi è stato cambiato nelle successive stesure e affinamenti della canzone. Il nome ci piaceva molto e per questo motivo abbiamo deciso di chiamare la band con questo nome. Nome che, per certi versi, evidenzia anche la particolare velocità con cui sono nati i cinque brani che compongono l’ep (hollow, sky, Bomb in the Meadow, Tomorrow, Wake me up, Love for my life). La pandemia ha rallentato tutto ma non il nostro processo creativo. Ognuno da casa ha lavorato ai brani e la prima stesura di questi è stata velocissima, da qui il nome Supersonic Bus, oltre che piacerci, per noi evidenzia questo veloce processo compositivo e creativo».
Quali artisti rock vi hanno plasmato musicalmente?
«Ognuno di noi viene da generi ed esperienze musicali diversissime. Io (Cristiano) ad esempio ascolto rock da quando ero ragazzino e nelle mie playlist non mancano mai artisti quali Rem, Springsteen, Radiohead, Nirvana, Pearl Jam, Oasis, Police, Simple Minds, Rage against the Machine, ma anche artisti più di nicchia (che vi invito ad ascoltare se non li conoscete) come Deus, band belga e Live, gruppo statunitense, tra gli altri. Ma la lista potrebbe andare molto avanti. Diciamo comunque che mi piace ascoltare artisti sconosciuti ai più e seguirne l’evoluzione oltre ovviamente, come si evince i grandi classici. Andrea arriva da un ascolto (in gioventù) prevalentemente composto da Jazz e classica, scopre il rock all’età di 14 anni e da allora si è focalizzato (in un ascolto che spazia dalla neoclassica sperimentale al trash metal) su artisti e band che hanno poi fatto da riferimento nella sua formazione artistica e i principali sono Radiohead, Muse, Placebo, The Smile, Ólafur Arnalds e Thom Yorke. Ed concludiamo col nostro eclettico chitarrista, Mirko Tosin, musicista sempre molto attento allo studio dello strumento e alle sfumature di tutti i generi musicali. I suoi ascolti partono dal blues e dalla fusion, generi che ha studiato per molti anni, per poi arrivare al rock e finire con i mostri sacri del metal quali Dream Theater, Lynch Mob, Extreme, Disturbed».
In questo periodo state concependo altri brani?
«Il nostro Supersonic Bus per fortuna non è mai fermo, hehehehe. Stiamo lavorando già ad alcuni cose ed abbiamo già un filo conduttore per il prossimo ep, ma non posso dirvi di più….ci vediamo nel 2023 con delle grosse novità. Ovviamente, chi ci seguirà nei nostri canali social, avrà delle anticipazioni e qualche indizio su cosa bolle in pentola. Per maggiori info v’invitiamo a visitare il nostro link ufficiale dove troverete tutti i social e le piattaforme di streaming.