All’Arenile Reload di Napoli si respira aria di festa: luci soffuse, fumi densi e parole sussurrate si mescolano nell’attesa dell’ospite della serata, Imany. L’appuntamento con lei era alle 21 dell’8 dicembre 2013 e la cantante si fa attendere solo un quarto d’ora. E’ vestita con dei semplicissimi jeans e ha un foulard annodato in testa, eppure la sua bellezza è indescrivibile. Con la sua sola presenza irradia gli altri musicisti e diventa per tutti, su e giù dal palco un vero e proprio centro gravitazionale.
Poi, d’improvviso, le luci si spengono completamente e i sussurri dei presenti diventano melodia sulle note di “I lost my keys”.
Nadia Mladjao, in arte Imany, da così il via alle danze presentando al pubblico uno dei brani più dolci del suo primo lavoro discografico.
«Sono reduce da una settimana ricca di concerti, spero perdonerete le debolezze della mia voce». Queste le prime parole dell’artista, pronunciate dopo la fine del primo pezzo, queste le parole a cui nessuno riesce a credere data la perfezione dell’esecuzione.
La scaletta del concerto continua all’insegna della dolcezza grazie a “Kisses in the dark”. Ed ecco che Imany si impone sull’energico pubblico napoletano non grazie ai soliti acuti a cui in troppi sono abituati, ma semplicemente con la sua grazia e compostezza.
L’artista cerca di creare così un contatto diretto con ogni singolo spettatore. E riesce nell’impresa grazie al suo timbro profondo e malinconico che regala atmosfere suggestive.
Già alla terza canzone però, tutto cambia e l’intero Arenile esplode in un coro per accompagnare la famosissima “You will never know”.
Con “Where have you been” si raggiunge una delle vette più alte della serata composta da silenzio e musica: non serve urlare per farsi capire, bisogna solo ascoltare e sintonizzarsi col cuore.
Toccanti due performance tra tutte: la cover di “Bohemian Rhapsody” come omaggio a Freddie Mercury e la sua “The Shape of a broken heart” dedicata al grande Nelson Mandela.
Dopo un’ora intensa di temperanza e riflessione interrotte solo da un guasto elettrico risolto, fortunatamente, nell’arco di pochi minuti … il concerto si evolve e trasforma in una grande festa all’insegna del ritmo e dell’energia. Imany invita il pubblico a danzare e testare il proprio groove. Si diverte a proporre agli spettatori balli sempre più complicati in cui cimentarsi.
In molti hanno cercato personaggi a cui paragonare Imany: c’è chi l’ha associata a Tracy Chapman o Janis Joplin per la sua voce e chi a Carla Bruni per le origini straniere e le passerelle.
Ebbene, tutti quelli che l’hanno vista ieri sera, tutti quelli che l’hanno ascoltata cantare e discutere con il pubblico quasi fosse una loro vecchia amica, ricorderanno Imany per ogni singola emozione che con la sua genuinità e la sua voce immacolata è riuscita a trasmettere.
L’esibizione della cantante è durata quasi due ore, un lungo percorso empatico di storie ed emozioni in cui la semplicità disarmante della musica è stata da ciliegina sulla torta.
Imany ha dato tutta se stessa, superando anche i limiti imposti dalla sua voce e rendendo il pubblico bramoso di desiderio e di conoscenza.
Il successo della serata sta tutto nella frase che, a fine concerto, il pubblico ancora avido di note e racconti continuava a sussurrare alla dea: “Imany, rImany!”
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