Evento di grande energia enfatizza la programmazione della Mostra Rock! in corso d’opera fino al tre luglio. Tra i momenti in successione, oggi quello dedicato ad una band che negli anni è stata osannata, omaggiata, rispecchiata, idolatrata ma anche assai criticata; Loro sono i Beatles e a spegnere le candeline del cinquantesimo anniversario, ci ha pensato la Mostra Rock!. A condurre l’evento, Carmine Aymone e Michelangelo Iossa; ideatori, organizzatori e direttori culturali della kermesse, che hanno portato in sala, una testimonianza assai attiva di un gruppo musicale, che nello scenario internazionale, ha provocatoriamente trasformato il modo di fare musica, rivolgendosi per contro, ad un contesto, quello italiano, che si è contraddistinto per uno sviluppo di continui paradossi e criticità, ma che ciononostante ha evidenziato nel tempo, un pubblico assai appassionato, di cui ancora oggi ne avvertiamo il frizzante pathos.
Ad argomentare l’ascesa dei Beatles, in sala, due artisti molto vicini alla presenza qui in Italia del gruppo, durante quella che fu l’unica loro performance nel territorio. Stiamo parlando di Mimmo Di Francia e Piero Braggi; due compositori e cantautori di rinomato prestigio, nel nostro circuito musicale. Grazie alla loro vivace presenza, siamo riusciti a riconoscere gli elementi che hanno caratterizzato non unicamente il successo dei musicisti di Liverpool, ma anche e soprattutto il cambio di mode, l’approvazione di un rinnovato e curioso modo di esibirsi in musica, portando in auge l’identificazione di nuovi suoni strumentali…non ultimo, la sorpresa di esibirsi negli stadio.
Le motivazioni bizzarre che hanno accompagnato la “conoscenza” dei Beatles qui in Italia, senza soffermarsi invece sulla loro genialità ed inconfutabile bravura melodiosa con pezzi come Twist and Shout, Hey Jude oppure Come Togheter, la rivoluzionaria Please, Please me, contenuta nel loro primo album, è stata solo negli anni coniugata in indimenticabile successo, motivo questo, che rende responsabili i media, che manifestarono una chiusura nei confronti della singolarità, che ha reso invece The Beatles un’eccellenza senza tempo. Mentre, dunque, il territorio britannico acclamava supremamente la loro innovazione, il nostro territorio ha mostrato un’assenza di prontezza che, come è stato più volte replicato al Pan, da Carmine Aymone, esprimeva un’ evidente incapacità di coglierne le fondamenta in “nota”. La stampa italiana non ha accolto bene la musica dei Beatles, elemento facilmente ricavabile dal modo di scrivere sui giornali, che oggi, in una loro rivisitazione, ha fatto emergere quanto, i quattro geni made in Liverpool, venissero assurdamente contrastati.
Eppure dopo 50 anni, gli applausi in sala, l’eccitazione all’ascolto della loro pezzi, ha unito piccoli e grandi. L’enfasi con cui sono stati accolti Mimmo Di Francia e Piero Braggi, dimostrano infinitamente quanto sia cresciuta nel tempo, la passione per The Beatles, per i ritmi di cui la band è stata portatrice e quanto sia stata eccellente la musica, la loro, che di tempo non ne ha.
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