Parliamo della formazione portata al successo da Cico Moreno come anche dalle nuove sonorità di Sitar si Michele Campanella. E tutto questo colora il suono pop dei Korishanti che approdano alla dimensione fisica del loro ultimo disco: “Il sogno di Greta e altre storie…”. Disco d’amore per la nostra Madre Terra, certamente in queste direzioni dunque non stupisce trovarsi anche la featuring di Luciana Littizzetto per la title track del disco. Greta impera come figura e come allegoria, ma i toni che dall’oriente arrivano al resto del mondo, parlano di un uomo apolide e di una terra ovunque casa e comunque ricchezza. Un disco che non vuole colori politici, che non cerca il classismo e che riesce, anche dietro all’uso di diverse lingue e dialetti, ad arrivare in ogni direzione possibile. Almeno ci prova, con umile peso poetico.
Un disco che al pop d’autore affida il compito di critica sociale. Politica anche?
Difficile trovare un atto comunicativo, e un disco lo è, che non sia politico nel senso etimologico del termine. Parlare di crisi climatica è un atto politico? E di violenza sulle donne? Se la risposta è sì, allora lo abbiamo fatto. Crediamo che l’atto del “politicizzare” sia una prassi nata negli anni in cui la gestione mediatica della società abbia preso coscienza di quanto potente fosse uno strumento del genere, capace di radicalizzare e polarizzare le posizioni presenti nel dibattito pubblico per poi portare a compimento l’opera facendo il passo successivo, ovvero affiliare opinioni e posizioni ai partiti presenti nell’agone politico per parcellizzare ulteriormente il corpo sociale, imbottendolo di nemici, veri o presunti. Politico si, partitico no.
Non fate protesta, non manca la severità ma tutto declinato in dolcissime volute pop. Ho come l’impressione che non ci sia denuncia quanto contemplazione dello stato di cose. Vero?
È un confine sottile. Ci piace pensare che non si debba necessariamente urlare per veicolare un messaggio, riteniamo sia una prassi pedagogica fondamentale in un tempo come questo.
Non solo “Greta” ma anche “Altre storie” … e penso che qui l’amore continui ad essere il filo conduttore…
Di amore ce n’è tantissimo nel mondo, ma fa più rumore l’odio. L’amore è un sussurro a cui abbiamo pensato di prestare i nostri cuori, ed ogni traccia, a modo suo, lo racconta sottovoce.
Suoni e soluzioni indiane al pop europeo. La Sicilia e il resto del mondo. Possiamo dire che questo disco come tutto il progetto non ha bandiere e geografie?
Direi di sì, è un disco figlio del meticciato, della contaminazione, dell’idea che mettere in dialogo le diversità sia infinitamente più arricchente del cercare una identità univoca, ariana…
E che bella questa copertina…
Si, ha innamorato subito anche noi! Ci è parsa capace di cogliere in un solo sguardo l’anima profonda del disco. È opera di Furio Antonietti, un amico, giovane artista e strenuo difensore della sua privacy….