Reduce dalla prima edizione del programma “The Voice” ma soprattutto da anni e anni di dura e intensa gavetta, Teresa Capuano alias Katres presenta il suo disco d’esordio: “Farfalle a Valvole”. Un lavoro delicato e pungente che racconta del viaggio interiore di una donna che ha bisogno di ripartire da se stessa per affermarsi e riservarsi un posto nel mondo. Il viaggio di una donna, di ogni singola donna che può raggiungere la piena consapevolezza di se stessa solo dopo aver affrontato il dolore, la vendetta, il ricordo, la perdita, la bellezza e soprattutto l’amore e la passione.
Partiamo proprio dal titolo di questo lavoro: da dove è nato “Farfalle a Valvole”?
«E’ nato dalle parole indelebili che mi ha scritto il mio chitarrista. In una sua mail, infatti, affermava che la mia voce era come quella di un amplificatore a valvole: calda e potente, ma allo stesso tempo raffinata e delicata. Io stavo pensando al titolo del disco già da un po’ ma non riuscivo a trovarlo, alla fine ha trovato lui me.»
Tra l’altro c’è da sottolineare che ti sei occupata personalmente della produzione artistica dell’album, cosa ha significato questo per te?
«E’ stata una soddisfazione immensa! Sono riuscita ad ottenere esattamente il risultato che volevo e questo lo devo soprattutto al coraggio di essermi messa in gioco. Ciò che ho ottenuto è la prova tangibile che non bisogna mai essere poco ambiziosi, né troppo spaventati per cercare di realizzare i propri sogni…»
Nell’album è presente il tuo pluripremiato “Bianco elettrico” … cosa significa questo brano per te?
«“Bianco Elettrico” racconta della perdita di una persona, parla del dolore ma allo stesso tempo si avverte la speranza e le motivazioni che ci spingono ad andare avanti. Sono felice che in molti abbiano colto le diverse sfumature di questa traccia, dedicata come tutto l’album a Bianca D’Aponte, cantautrice a cui devo molto di quello che sono oggi.»
Altro brano che meriterebbe gli stessi premi e la stessa attenzione del sopracitato è “Madre Terra”…. Quando hai sentito l’esigenza di comporlo?
«Io sono siciliana di origini, anche se poi ho sempre vissuto a Napoli e adesso mi ritrovo a vivere a Roma… Ci ho messo del tempo, ma alla fine attraverso questo brano è come se fossi tornata a casa. Ho sentito il bisogno di cantare alla mia terra. Appartengo alla Sicilia e attraverso questa canzone ho celebrato un legame eterno che va oltre lo spazio e il tempo.»
Da cantautrice a concorrente di “The Voice” … come mai questa scelta singolare?
«Non volevo precludermi niente. Sono convinta, infatti, che in questo settore nulla sia intentato. Ora sono ritornata a essere semplicemente una cantautrice, ma se tornassi indietro rifarei esattamente quello che ho fatto.»
Quindi tu non sei tra quei cantanti che dopo aver partecipato al talent lo rinnegano?
«Sarebbe stupido e ipocrita farlo. Sono andata a “The Voice” perché volevo andarci, nessuno mi ha costretto. Grazie a questo tipo di programma ho inoltre avuto modo di conoscere un mondo a me lontano e di interagire con artisti incredibili. In più è sempre più difficile essere selezionati per questo tipo di format: il livello della concorrenza è altissimo, partecipare al programma è stata quindi una vera e propria vittoria»
Tu eri nel team di Noemi: cosa puoi dirci di lei?
«E’ fantastica, spontanea, super alla mano e incredibilmente generosa! Insomma, per farla breve è una persona straordinaria! Dopo il programma ha permesso a tutto il team di partecipare ad altre serate insieme a lei. Era stata invitata a cantare da sola, ma ha voluto regalarci ulteriori possibilità: è un’artista veramente speciale!»
Adesso però, come hai detto tu, sei tornata a fare la cantautrice e basta. Cosa dobbiamo aspettarci da te? Cosa hai in programma?
«Prima di tutto tanti live, poi a breve uscirà un secondo videoclip di un brano dell’album. Parteciperò a Tg Gulp a breve, così sperimenterò anche un pubblico di una diversa fascia d’età. Tra ottobre e novembre continuerò a presentare in giro per l’Italia il mio lavoro. E poi live, live e ancora live!»