Jenna’ Romano, musicista, compositore e fondatore dei Letti sfatti. Un periodo intenso di lavoro in cui ha pubblicato il nuovo album dal titolo Ogni giorno rischio di essere felice, ce ne parla?
È un disco particolare concepito in piena libertà compositiva e di produzione; Sono otto brani lasciati molto all’istinto e strettamente legati all’uscita di un nuovo progetto che sarà nelle librerie da fine Novembre prossimo, un libro + cd dal titolo «Il lanciatore di donne e altri racconti» pubblicato da Edizioni Spartaco. Si tratta di una raccolta di nove canzoni ed ogni canzone è sviluppata anche in forma racconto, due forme per esprimersi: la canzone e la novella. Un’idea molto stimolante che mi porta quasi a chiudere un cerchio dopo le collaborazioni che ci vedono spesso legare la musica dei Letti Sfatti e le mie canzoni alla letteratura come è successo con Erri De Luca, Peppe Lanzetta, etc.
Pochi giorni fa all’arena di Verona due interpreti eccezionali come de Gregori e Tricarico hanno cantato un brano scritto e musicato da lei. Di che si tratta e come è nata la collaborazione?
Si tratta di un brano di cui ho scritto la musica e con Tricarico il testo. Il brano è uno dei nove brani che faranno parte del nuovo cd di Tricarico e che Francesco De Gregori ha scelto di cantare in duetto con lui. “A Milano non c’è il mare” nasce praticamente in provincia di Napoli, nel mio studio, come gran parte delle canzoni del nuovo album di Tricarico. Collaboro da alcuni anni con Francesco insieme abbiamo scritto molte sue canzoni come La mela, Abbracciami fortissimo e la canzone Una cantante di musica leggera cantata dallo stesso Tricarico e da Arisa che poi Rosalba ha voluto inserire anche nel suo album dal titolo Voce: the best of Arisa.
Da sempre si occupa di musica di periferia volendo dare voce a luoghi che spesso vengono raccontati sui giornali per episodi di cronaca ma che invece hanno tanto da dire, perché questa scelta?
Più che una scelta è un modo naturale di raccontare la realtà che ti gira intorno. Vivere in periferia o in provincia spesso ti rende più cittadino del mondo in quanto anche i sogni da qui hanno un riverbero speciale, più universale. Spesso le grandi città omologano i pensieri invece vivere ai margini, per forza di cose, ti spinge a dare ogni giorno di più.
Non è un caso che con Daniele Sanzone dgli A67 e Peppe Lanzetta abbiamo scritto uno spettacolo dal titolo FuoriMano che stiamo portando in giro con molto riscontro da parte del pubblico e della critica e che vede spesso la preziosa partecipazione di un tuo collega il giornalista Sandro Ruotolo.
Il suo percorso con i Letti Sfatti a che punto è?
Con i Letti Sfatti o meglio io è Mirko Del Gaudio siamo, musicalmente parlando, molto in simbiosi, facciamo concerti in due e la frase più ricorrente nei dopo concerti quando in molti vengono a farsi firmare i cd è: siete in due ma sembrate un orchestra. Letti Sfatti è un fulcro che inventai tempo fa intorno al quale girano idee, progetti e follie ormai da anni. Ognuno di noi coltiva curiosità che spesso viaggiano in parallelo con ciò che facciamo insieme e che diventano quindi nuova linfa per gli stessi Letti Sfatti.
Napoli e la musica un binomio da sempre vincente, ma quanto è difficile fare musica qui?
Per quanto riguarda Napoli, mi sento di dire che anche nel campo della musica e dell’imprenditoria culturale, come in molte cose, questa città è un caso a se. Napoli è un microcosmo e spesso per molti artisti non è un punto di partenza ma un punto d’arrivo sicché in tanti mirano a diventare “i reucci” di questo microcosmo specie quando si accorgono che quello che producono artisticamente funziona solo a Napoli. Questo è un grosso limite soprattutto perché molto di ciò che si sente in giro è uguale, ripetitivo e di maniera ormai da decenni.