JB è il titolo dell’album d’esordio del trio Johnny Bemolle’s: Antonello D’Ippolito (voce, chitarra, ukulele, percussioni), Stefano Di Leginio (violoncello) e Alessandra Macaluso (oboe, ney, voce). Ascoltando i brani del disco ritroviamo diversi generi musicali che spaziano dalle sonorità orientali a quelle della musica classica alla folk. JB si apre con le note suggestive di Johnny, una traccia di immediato trasporto. East Paris lascia spazio al componimento per intero con la delicatezza dell’acustica, a tratti malinconica. Budapest in the Rain raccoglie in musica tutte quelle che possono essere le suggestioni visive che accadono durante la conoscenza con un luogo nuovo. Suoni d’intreccio tra oriente ed africa in Granada’s Beggars, fino ad un’apertura dalle melodie folk. Una percussione d’entrata che potrebbe rimandarci ai toni forti di Lucio Battisti in “Mi basta il tempo di morire” in The Cripple of Bruges che lascia poi posto a timbri malinconici. Scotland (Johnny reprise) è un pezzo dolcemente coinvolgente nella sua molteplicità strumentale. The fiddler of Dooney è un motivo strimpellante sorretto dalla voce calda ed incisiva del cantautore, in un aumento di seriosità e malinconia. Intonazione da ballata in Last train to Camden che ci immerge in un’atmosfera a metà strada tra il country ed un gran ballo ottocentesco.
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