A distanza di sette mesi dalla sua uscita, si parla ancora del nuovo lavoro discografico di Jacopo Ratini, dal titolo “Appunti sulla Felicità” (Atmosferica Dischi), un album intenso, intimo in cui le abilità di scrittura del cantautore romano si mescolano in maniera fluida ed efficace con una personale sonorità pop. Da qualche giorno è in distribuzione il nuovo singolo e video “Ti ho vista sorridere ancora”, il quarto estratto dall’ultimo disco, il terzo dopo “Ho fatto i soldi facili” (Universal 2010) e “Disturbi di Personalità” (Atmosferica Dischi 2013).
“Appunti sulla Felicità” è il tuo terzo lavoro discografico. Cosa rappresenta per te?
«È un album che parla degli ultimi quattro anni di vita. È uscito a distanza di sei anni, poiché mi sono dedicato ad altri progetti. Sono stati anni in cui ho assemblato appunti di tante cose, un piccolo diario di viaggio in cui ho raccolto tante esperienze che mi hanno dato la possibilità di scrivere queste nuove canzoni. Sicuramente è un album che parla di me, delle cose che vivo, che osservo. Sono contento di come sta andando. Gli album solitamente dopo un mese dall’uscita già sono vecchi, invece “Appunti sulla felicità” è uscito a novembre e ancora ne stiamo parlando, quindi sono molto felice di questo risultato».
Appunti sulla felicità è il titolo dell’album ma anche di un brano contenuto all’interno di questo nuovo lavoro, il cui testo consiglia di prendere di petto la vita, affrontare il cambiamento, costruire e vivere attivamente il proprio tempo e non limitarsi a sopravvivere…
«La canzone l’ho scritta per me stesso, ma per estensione un po’ per tutti quelli che l’ascoltano. L’ho scritta in un momento in cui avevo bisogno di carica, di motivazione, di mettere in gioco un po’ tutto, anche la mia laurea in psicologia. Leggevo un libro di Marco Montemagno che è un blogger, che in quel periodo mi appassionava parecchio. Sono partito dalla frase: “Ogni giorno in più che aspetti è un giorno tolto al tuo futuro”. Mi sembrava una frase importante in una canzone, quindi da questa frase è nata l’idea del testo, poi una volta in studio è stato creato il mood dell’arrangiamento del brano. Il brano come il video è un viaggio emotivo all’interno di ognuno di noi, quindi ogni persona che lo ascolta ci si può riconoscere in qualche modo».
Di recente è uscito anche il nuovo singolo “Ti ho vista sorridere ancora”, quarto estratto dall’album.
«È un omaggio a una ragazza e alla sua rinascita. Il tempo del suo riscatto e delle sue ragioni. Il raccolto dopo una lunga ed estenuante semina, per tornare finalmente a sorridere con l’arrivo dell’estate e della sua contagiosa spensieratezza».
Cosa puoi dirci dei live?
«Il 28 sarò alla Casa della musica di Roma per il Retape Summer Festival, poi seguiranno altri concerti in giro per l’Italia, le cui date sono in continuo aggiornamento sul mio sito ufficiale.»
Hai partecipato al festival di Sanremo e vinto numerosi premi e festival nazionali di musica d’autore: Musicultura, il Premio Lunezia, il Tour Music Fest, il Roma Music Festival, Musica Controcorrente, il Premio Note Verdi, il Premio Franco Califano, il Premio Roma Videoclip e Sanremo Lab. Cosa hanno significato queste esperienze per te?
«Sicuramente rappresentano un periodo della mia vita, anche molto felice, ricco di emozioni. Lavoravo come psicologo, ma il mio obiettivo era comunque quello di entrare nel mondo cantautorale, quindi a un certo punto mi sono buttato con tutte le forze e devo dire che mi è andata anche bene. Man mano andando avanti mi rendevo conto che ero sulla strada giusta. È stato un percorso in cui la vera gavetta è iniziata dopo Sanremo. In questi dieci anni ho cercato di fare del mio meglio per lasciare una mia traccia, attraverso vari progetti a cui mi sono dedicato, dagli album pubblicati, ai libri, dai laboratori di scrittura al Salotto Bukowski, un reading-musicale tra teatro e canzone».
Dal 2007 inizi la tua attività da cantautore, ma quando hai cominciato realmente a scrivere e ad appassionarti alla musica?
«Ho iniziato a scrivere già dall’età di sedici anni. L’ho fatto sempre con grande passione, anche se in quel periodo pensavo prima allo studio e poi alla musica, al liceo avevo anche una band, con la quale abbiamo vinto dei concorsi. Andando avanti ero concentrato sullo studio e la musica era solo una passione, un hobby. Durante il periodo universitario, continuavo a scrivere, ma non sognavo di fare il cantautore in maniera professionale. Dopo laureato, la mia idea è cambiata. La giacca e la cravatta mi stavano strette e quindi da quel momento è nata la voglia in me di iniziare a fare musica seriamente».
Tra i progetti che hai portato avanti negli ultimi anni c’è anche il Salotto Bukowski, un reading-musicale tra teatro e canzone. Com’è nato e ci sarà un seguito?
«Il tutto nasce da una mia grande passione per Charles Bukowski, in tempi in cui non era inflazionato come lo è stata in questi ultimi anni. Collezioni i suoi libri provenienti da ogni parte del mondo. Mi sono appassionato principalmente al Bukowski poeta, poiché credo avesse una spiccata sensibilità d’animo e una grande introspezione, una grande emotività. Tanto è vero che ho deciso di fare il Salotto Bukowski, partendo da alcune sue poesie meno conosciute e di associare l’altra mia grande passione che è il cantautorato italiano. Questo progetto è nato anche un po’ per gioco, poi a un certo punto, andando in giro con questo spettacolo abbiamo riscosso un buon successo, infatti ci hanno chiamato a Musicultura, Caffeina Festival e all’Auditorium. Il Salotto Bukowski andrà sicuramente in scena in futuro. In questo momento avevo bisogno di prendermi una pausa per dedicarmi al disco».
Hai in programma la scrittura di un nuovo libro?
«Di recente un mio amico giornalista mi ha fatto la stessa domanda. Quest’anno voglio andare in vacanza e al mio ritorno mi dedicherò alla scrittura di un nuovo libro, perché è un po’ di tempo che non mi dedico a questo e devo dire che mi manca un po’».
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