L’attrice Ivana Lotito, conosciuta a livello mondiale per il ruolo di Azzurra in “Gomorra” con una bella carriera alle spalle, incanta il pubblico e gli addetti ai lavori al Social world film festival.
Questo festival è fatto dai giovani ma è anche un momento di incontri importante, cosa ne pensa?
«Per me queste occasioni sono fondamentali perché da confronto con gli altri possiamo stimolare un pensiero critico in un momento in cui le voci calate dall’alto sono dominanti. Qui ho conosciuto ed apprezzato Itziar Ituño con la quale subito si è creato un feeling fortissimo, partecipare ai festival vuole dire anche conoscere artisti di altri paesi e capire come si muovono e fare nuove amicizie come in questo caso».
Lei è pugliese ma napoletana d’adozione per tutte le esperienze artistiche legate a Napoli, cosa la colpisce della città?
«In realtà quando ti avvicini a un popolo lo fai in prima istanza per un fatto linguistico, io ho cercato d’impadronirmi della lingua, nel tentativo di comprendere la lingua ho cercato di capire affondo i napoletani; le movenze, i detti che raccontano tantissimo della personalità, di Napoli. É una città intrisa di personalità basta guardarla, è fatta di tinte forti, è estrema, esagerata nel senso bello, è viva, è forte e così anche la gente che ci abita, da cui ho imparato tanto. Anche nelle persone disagiate ho notato grande personalità, generosità, una voglia continua di migliorare».
Che tipo di rapporti ci sono stati sui set?
«Autentici con i colleghi, con i registi, con i tecnici, sono stati tutti pieni di umanità i lavori che ho fatto a Napoli sia sul set che fuori. Ci siamo confrontati tra di noi ma anche con persone esterne e sono state vere lezioni di vita, con nulla di costruito, un lavoro continuo di ricerca sociale».
Le tematiche trattate in “Gomorra” sono dure, com’è stato girare le varie scene?
«Quando si parla di camorra scopriamo un sistema malato, condizionato, che tu provi a capire per comprendere i soggetti. Ti chiedi perché sono così. Azzurra è un personaggio ambivalente ma anche lei fortemente condizionata da una mentalità mafiosa».
A cosa sta lavorando?
«Ho da poco finito le riprese di “Rosa pietra e stella” di Marcello Sannino, in cui sono la protagonista. Si tratta di un’opera prima che ha molto a che fare con il tema dell’accoglienza, tra l’altro saremmo dovuti andare a Venezia ma non è stato possibile, ispirato ad una storia vera. La protagonista è una ragazza che si sente sola in un mondo in cui dovrebbe sentirsi accolta. Per avere l’impressione di essere forte ha a che fare con i migrati che in quel mondo sono i deboli, ma in realtà è lei che si sente così, non accolta. Vuol dire che la società non le ha dato gli strumenti, non riesce a mettere a frutto le proprie risorse. É una persona che non sa cosa fare della propria vita e tenderà ad avere atteggiamenti autolesionisti; è anche madre (la figlia è Ludovica Nasti) e rischierà di perdere anche sua figlia. Sul finale forse riuscirà a trovare un senso alla sua vita. Spero davvero che potrà essere viso nella prossima stagione perché è una storia importante che fa riflettere. Gireremo la quinta serie di “Gomorra” e sto girando un’altra serie “Romulus” produzione Sky originals e sono nel cast principale. Alla regia ci sarà Matteo Rovere insieme a Michele Alhaique e Enrico Maria Artale».